Stoicismo: differenze tra le versioni

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Carlo Pascal
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*Che se la natura nel tessere la sua tela della benevolenza, v'ha intrecciate alcune trame di desiderio e d'amore — si dovrà dunque per istrapparle lacerar tutta quanta la tela? — Flagella codesti stoici, diss'io nel mio cuore, o grande Rettore della natura! flagellali! ([[Laurence Sterne]])
*Contro gli stoici.<br>Se ci educhiamo a diventare indifferenti alle cose che non dipendono da noi e riusciamo a sopportarle senza affliggercene né rallegrarcene, che ci rimane da fare, da provare, visto che quasi ogni avvenimento è indipendente dalla nostra volontà?<br>In teoria gli stoici hanno ragione. In pratica tutto gioca contro di loro. Dalla mattina alla sera non facciamo che prendere posizione pro o contro cose su cui non abbiamo alcun potere. La «vita» è questo, è un folle tentativo di uscire dalla nostra impotenza; la «vita» è una corsa allo stesso tempo voluta e inevitabile verso (... è squillato il telefono e ho dimenticato che cosa volevo dire). ([[Emil Cioran]])
*Gli stoici amano i grandi obiettivi posti al di là della vita e per questi obiettivi loro sono disposti a morire [...]. I [[cristiani]] sono stoici, eh sì, perché i cristiani che cosa vogliono? Vogliono la felicità eterna e come dicono i cristiani: siamo nati per soffrire. [...] I [[marxisti]] sono stoici perché vogliono la giustizia per tutti e per questa giustizia sono disposti a sopportare la dittatura del proletariato e la rivoluzione, che detto tra di noi sono cose scomodissime. Cazzaniga è stoico, si alza alle sei e mezza alla mattina perché vuole diventare direttore generale dell'Alfa Romeo. (''[[Così parlò Bellavista]]'')
*Gli stoici [...] credevano e dicevano che nel mondo, dopo Dio, non v'è nulla di più importante dell'uomo, e che nell'uomo nulla è più importante dello spirito [...]. Essi sottoponevano la loro natura umana a digiuni e patimenti poiché non davano alla passione alcuna funzione nel perseguimento del loro ideale etico di saggezza apatica. Chiudevano gli occhi di fronte a fatti evidenti dell'esperienza pretendendo di considerare insignificanti gli eventi esterni e la sofferenza come se non fosse un male. Mettevano a tacere la voce dell'umanità nei loro cuori indulgendo in un crudele disprezzo per il debole e il folle. ([[Alexander Balmain Bruce]])
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*L'etica stoica, presa nel suo insieme, è in effetti un pregevolissimo e rispettabilissimo tentativo di utilizzare il grande privilegio dell'uomo, la ragione, per uno scopo importante e salutare, cioè per elevare l'uomo al di sopra delle sofferenze e dei dolori, a cui ogni vita è commessa [...] e per renderlo appunto con il sommo grado partecipe della dignità che gli spetta, come essere razionale, in contrasto con l'animale, e della quale comunque si può parlare in questo senso, ma non in un altro. [...] Ma per quanto raggiungibile sia in certo grado quello scopo, con l'impiego della ragione e con un'etica meramente razionale [...]; moltissimo tuttavia manca perché si possa addivenire in tale modo a qualcosa di perfetto e perché la ragione rettamente usata possa realmente sottrarci a tutto il peso e a tutte le sofferenze della vita e condurci alla beatitudine. [...] [N]eanche nella sua stessa rappresentazione il suo ideale, vale a dire il sapiente stoico, poté mai acquistare vita o intima verità poetica; egli rimane un rigido manichino di legno, di cui non si sa cosa fare, che non sa egli stesso che cosa farsi della sua saggezza, e di cui la perfetta calma, contentezza e beatitudine contraddicono addirittura la natura dell'umanità e non ci fanno pervenire a nessuna rappresentazione intuitiva di essa. ([[Arthur Schopenhauer]])
*La dottrina stoica non poteva proporsi il problema della eguaglianza sociale e quindi dell'abolizione della schiavitù. Per essa tal problema non esisteva. La vita morale doveva pur essa svolgersi all'infuori di ogni azione esteriore. Pure nella schiavitù, pure nei tormenti l'uomo poteva esser libero e felice. La libertà non era nelle condizioni accidentali dell'esistenza, era anzi nella piena indipendenza dell'uomo dal mondo esterno. ([[Carlo Pascal]])
*La massima stoica per la quale dobbiamo rassegnarci senza protestare alle cose che non dipendono da noi, e anzi esservi del tutto indifferenti, tiene conto solo delle disgrazie esterne, che arrivano indipendentemente dalla nostra volontà; ma come farsi una ragione di quelle che provengono da noi stessi? Se noi soltanto siamo la fonte dei nostri mali, con chi prendercela? Con noi stessi? Ma dimentichiamo presto di essere i veri colpevoli, e non aspettiamo altro che di scaricare su qualcuno o su qualcosa il peso della nostra responsabilità. ([[Emil Cioran]])
*Lo stoicismo è quando uno ha talmente paura di perdere tutto che perde tutto apposta, per non aver più paura. ([[Romain Gary]])
*Lo stoicismo, religione che ha un solo sacramento, – il [[suicidio]]! ([[Charles Baudelaire]])