David Foster Wallace: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Riga 173:
*E perfino Barnum, che sapeva bene che la paura vende, sapeva anche che i fenomeni da baraccone non sono spaventosi quando la mostruosità soppianta completamente l'umana somiglianza. 0% di affinità = 0% di empatia. E perché si provi paura c'è bisogno di empatia almeno tanto quanto di minaccia e pericolo [...] È qui che il rap si colloca a un livello superiore rispetto al puro spettacolo: nel rap hardcore l'ideologia nasce sempre da un episodio o da una condizione ben precisa, e la rabbia, dunque, da una causa, la minaccia da qualche forma di provocazione riconoscibile (almeno agli occhi di chi è interno alla Scena). E questo rende il rap non solo migliore del punk, ma anche molto più spaventoso. (1B, p.75)
*«''Harvard'', prego», mi dice uno.<br> Alzo lo sguardo dall'ombelico che mi sto contemplando. «Come dice, scusi?»<br> «Dov'è ''Harvard''», dice il tipo, mentre i turisti alle sue spalle annuiscono tutti con educata serietà.<br> Ora, la Widener Library è la biblioteca centrale di Harvard, situata nel bel mezzo di Harvard Yard, che è a sua volta al centro geografico dell'università di Harvard. Perciò, inclino un po'la testa e gli dico:«Be', è tutto intorno a voi, tutto questo è Harvard, ci state camminando proprio in mezzo».<br> Tengono un consulto. «Ma noi stiamo cercando ''Harvard''», mi dice infine un altro membro del gruppo, con enfasi che implica: lei non ha capito! Resto sconcertato [...]. Ovviamente, dopo una serie di sforzi semiotici, viene fuori che stanno cercando un singolo -un qualunque- punto di Harvard univocamente identificabile come tale, una buona vecchia venerabile sineddoche, un qualche tipo di souvenir visivo di Harvard che possano fotografare e poi,una volta a casa, mettere sotto il naso agli amici e che non distinguerebbero Harvard da un fosso, dicendo:«Guarda, questa è ''Harvard''». (1B, pp.79-80)
*Per la gente che non ne fa parte, una comunità è una ''cosa'', non un ''luogo''. (1B, ppp.80)
*D:«Qual è la differenza fra un telescopio e uno stereotipo?»<br> R:«Dipende da che parte del telescopio stai guardando». (1B, ppp.80)
*Sembra che lo stereotipo e la sineddoche funzionino più o meno secondo la stessa procedura di editing a distanza, gonfiando una Parte unitaria fino a elevarla a rappresentante di un Tutto complesso; l'unica vera e definitiva differenza sta nella quantità di aria usata per gonfiare la Parte. (1B, ppp.81)
*Anche l'arte più potente può muovere solo ciò che è mobile. (1B, p.91)
*La gente ci urtava senza ostilità e senza chiedere scusa. [...] Non raggiungevamo neppure la dignità di intrusi: la nostra presenza era così vistosa che diventavamo invisibili. E provavamo una strana delusione. Avevamo scaricato le ragazze, ci eravamo vestiti da duri, ci eravamo preparati ad andare incontro a Seri Guai in nome dell'Arte. Eravamo abituati a ''esistere'', che cazzo. Sì, siamo riusciti a farci squarciare le gomme della macchina in nome dell'Arte, ma ciò significa soltanto che avevano notato la nostra Ford Pinto bianca. O forse neanche quello: i vandali hanno colpito tutto il parcheggio. (2A, pp.100-101)