Centro commerciale: differenze tra le versioni

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*Il luogo in cui ci si immagina sorpresi dallo scoppio di una [[bomba atomica]]. Spesso è un centro commerciale. ([[Douglas Coupland]])
*Il ragionamento che nega la natura oppressiva del [[consumismo]] – sostenendo che i consumatori in realtà sono felici, che il consumo è fonte di soddisfazione e dà significato alla vita – è robusto. D'altra parte è difficile resistere all'idea che, se la [[felicità]] fosse davvero tutto ciò che conta, potremmo raggiungerla, nella stessa intensità ma in modo rapido ed economico, introducendo negli acquedotti una droga adatta allo scopo. Senza contare che quel ragionamento ignora un'intuizione così familiare da essere stata per molto tempo la quintessenza del cliché, e cioè che tutte le cose che vale davvero la pena avere nella vita, come la [[generosità]], la [[saggezza]] e gli affetti umani, non sono in vendita nei centri commerciali. ([[Anthony Clifford Grayling]])
*In un centro commerciale si può mangiare italiano, giapponese, indiano, africano, e tutto diventa uguale (e però i comunisti non dovrebbero essere contenti se tutto è uguale?), e tuttavia anche per [[Marc Augé|Augé]] sono posti di alienazione, di spersonalizzazione, di mortificazione dell'essere umano. Ma c'è da dire che tutto ciò che è moderno, per la sinistra intellettuale, è alienazione (e però andatevi a vedere l'orrore dei centri commerciali della Germania dell'Est, che cercavano di imitare quelli occidentali). ([[Massimiliano Parente]])
*''Intanto sul monte del Calvario | smontavano le Croci, | e ci nasceva un centro commerciale | e due fiori che gridavano feroci.'' ([[Alessandro Mannarino]])
*''Però ricordo collette di Natale, | campi di grano, ora il grano è da buttare. | M'importa poco ora io vado al centro commerciale | e il mio problema è solo dove parcheggiare.'' ([[Articolo 31]])