Ippolito Nievo: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Riga 10:
*Ho scritto questo dramma {{NDR|''Gli ultimi anni di Galileo Galilei''}} per purgare il gran [[Galileo Galilei|Galileo]] dell'accusa di viltà mossagli con tanta apparenza di verità dai suoi nemici. Cerco in esso di mostrare come alte e generose e veramente degne di lui furono le ragioni che lo indussero alla famosa ritrattazione. I.N.<ref>Citato in Dario Mantovani, ''Il poeta soldato'', p. 37.</ref>
*Invece mi tocca qui andar a zonzo col fucile in ispalla per ispaventare le passere del vicinato, e quando sono ad un certo punto tornarmene addietro per paura d'incappare nei Tedeschi! Oh qual felicità! S'immagini che li abbiamo qui a tre miglia, e che per valido antemurale abbiamo, credo, tre carabinieri appostati al confine! (dalla lettera a Luisa Sassi de' Lavizzari, in ''Tre lettere inedite'', a cura di Gaetano Cogo, Visentini, 1901<ref name=spe>La lettera fu spedita da Rodigo (MN) l'8 ottobre 1859.</ref>)
*La [[Poesia]] d’un’anima, attentamente letta, mostra nel suo autorello l’intento di analizzare il processo morale, per cui un versificatore de’ più vuoti, scaldandosi all’amore e ai concetti nazionali ed umanitari, può riescire poeta; o meglio comprendere quell’Eterna Poesia che è l’ideale nelle vicende umane, o in poche parole la sola speranza dell’Umanità. Questo voleva dire a te, solo per intima difesa, non per letteraria apologia.<ref>Da ''I. Nievo, Lettere,'' a cura di M. Gorra, Milano, Mondadori, 1981, num. 232, pp. 379-380, a Giovanni De Castro, 25 giugno 1856.</ref>
*La popolazione pare una turba di spettri; sembra che camminino in punta dei piedi come per non svegliare gli echi delle case deserte; sembra che i loro occhi girino meravigliati come un fanciullo allevato in una spelonca che vegga sole per la prima volta. Povera [[Padova]]! mi vengono le lagrime agli occhi guardando il salone detto della Ragione in cui si difendevano un giorno i diritti degli oppressi... Padova non è una città per chi ama i fracassi della vita allegra; sarebbe lo stesso che il voler danzare nei sotterranei d'un cimitero.<ref>Dalla lettera a Matilde Ferrari, 29 agosto 1850; citato in ''[http://www.internetculturale.it/jmms/iccuviewer/iccu.jsp?id=oai%3Awww.internetculturale.sbn.it%2FTeca%3A20%3ANT0000%3AIEI0106354_298114&mode=all&teca=MagTeca+-+ICCU&q=Ippolito+Nievo&fulltext=1 Ippolito Nievo]'', ''L'Indipendente'', 8 marzo 1911, p. 1.</ref>
*Le [[Nazione|nazioni]] sono composizioni d’uomini; risorgono le nazioni quando risorge uno per uno a virtù ed a civiltà, a concordia di voleri la maggioranza degli uomini che le compongono.<ref>Da ''Due scritti politici'', a cura di M. Gorra, Padova, Liviana, 1988, p.65''.''</ref>