Simone Weil: differenze tra le versioni

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*C'è un'alleanza naturale fra la [[verità]] e la [[sventura]], perché l'una e l'altra sono supplicanti muti, eternamente condannati a restare senza voce davanti a noi.<ref>Da ''Écrits de Londres''<!--, 1957, p. 32-->; citato in Adriano Marchetti, ''Nella verità del proprio essere'', in Weil 1994, p. 61.</ref>
*[[Dio]] non poteva creare che nascondendosi, altrimenti non avrebbe potuto esistere che Dio solo. Forse, egli ha lasciato intravvedere di sé solo quanto basta perché dalla fede in lui l'uomo sia spinto a occuparsi dell'uomo. Perché non sia abbagliato dal cielo al punto di disinteressarsi della terra.<ref>Citato in [[Vittorio Messori]], ''Ipotesi su Gesù'', SEI, Torino, 1977, p. 39.</ref>
*Due vogliono essere uno, ma se fossero uno, quest'essere amerebbe sé stesso. Quale peggiore incubo? È una sete ancora più implacabile di quella di [[Narciso]].<ref name="Citati">Citato in Citati 1992, p. 266.</ref>
*Ho una specie di certezza interiore crescente che esiste in me un deposito d'oro da trasmettere... Non c'è nessuno per riceverlo. Questo non mi dà dolore. La miniera d'oro è inesauribile.<ref>Citato in Citati 1992, p. 277.</ref>
*[I [[Catarismo|Catari]]] spinsero l'orrore della forza fino alla pratica della non violenza e fino alla dottrina che fa procedere dal male tutto ciò che è sottoposto alla forza, cioè tutto ciò che è carnale e tutto ciò che è sociale.<ref>Citato in Claudio Bonvecchio, Teresa Tonchia, ''Gli arconti di questo mondo. Gnosi: politica e diritto'', Università di Trieste, Trieste, 2000, p. 149. ISBN 88-8303-033-8</ref>