Divina Commedia: differenze tra le versioni

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===Citazioni sul ''Paradiso''===
*Subito, nei primi versi del ''Paradiso'', nell'invocazione ad Apollo, [[Dante Alighieri|Dante]] chiarisce perché la sfida sia estrema:<br><br><center>{{Centrato|''Entra nel petto mio, e spira tue |{{!}} sì come quando [[Marsia|Marsïa]] traesti |{{!}} de la vagina de le membra sue.''</center>}}<br>Dio, l'ispiratore della poesia sacra, viene paragonato ad Apollo, quando spellò vivo Marsia, che aveva osato sfidarlo, e ne estrasse il corpo scorticato dalla pelle – la guaina, la «vagina» delle sue membra. Dunque la poesia sacra, che Dante sta per iniziare, porta con sé l'ombra di un delitto mitico: è essa stessa un delitto; ci distrugge, ci annichila, ci uccide, sia pure per farci uscire da noi e farci conoscere la rivelazione. Dante ci mette sull'avviso: il suo libro sacro sarà tremendo, molto più dell<nowiki>'</nowiki>''Inferno'', e chi oserà leggerlo dovrà contare su un coraggio intellettuale, che nemmeno per un attimo potrà distendersi e rallentare. Tutta quella luce non ci illuda. Tutto quell'amore non ci incanti. Se il libro di Dante è tremendo, se senza fine l'Apollo cristiano spellerà davanti ai nostri occhi il corpo vivo di Marsia, è per una ragione evidente. Dio è tremendo. Come i veri credenti sanno, Dio non è nulla di misurato o tranquillo o ragionevole o pacato: è un «infinito eccesso», una fatale sovrabbondanza rispetto a tutti gli uomini e alle cose create. ([[Pietro Citati]])
 
==Similitudini==