Poesie dai libri: differenze tra le versioni

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+ Richard Adams
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*''Comitato di ieri | Ronza, ma un tamburo spezzato, | Mezzanotte nella Città, | Fluttua nel vuoto; | Labbra serrate, visi addormentati, | Ogni macchina a riposo, | I luoghi muti e in disordine | Dove la folla è stata, | Tutti i silenzi lieti, | Tristi (sonori o profondi) | Parlano, ma con la voce | Di chi, io non so. | L'assenza, dico, di Susanna, | L'assenza di Egeria | Delle loro braccia e rispettivi seni, | Labbra e, ah, glutei, | Formano, lentamente, una presenza; | Di chi? E, io domando, di quale, | Per quanto assurda essenza, | Questa, non è che il niente, | Ciononostante popolerà | la notte fonda molto meglio | Di ciò con cui noi copuliamo | Perché sembra essere così triste?'' ([[Aldous Huxley]])
*''Costruisci | la tua vita | la tua morte | queste sono solo | banali conseguenze'' ([[Muriel Barbery]])
*''Dieci poveri negretti | se ne andarono a mangiar: | uno fece indigestione, | solo nove ne restar. | Nove poveri negretti | fino a notte alta vegliar: | uno cadde addormentato, | otto soli ne restar. | Otto poveri negretti | se ne vanno a passeggiar: | uno, ahimè, è rimasto indietro, | solo sette ne restar. | Sette poveri negretti | legna andarono a spaccar: | un di lor s'infranse a mezzo, | e sei soli ne restar. | I sei poveri negretti | giocan con un alvear: | da una vespa uno fu punto, | solo cinque ne restar. | Cinque poveri negretti | un giudizio han da sbrigar: | un lo ferma il tribunale, | quattro soli ne restar. | Quattro poveri negretti | salpan verso l'alto mar: | uno un granchio se lo prende, | e tre soli ne restar. | I tre poveri negretti | allo zoo vollero andar: | uno l'orso ne abbrancò, | e due soli ne restar. | I due poveri negretti | stanno al sole per un po': | un si fuse come cera | e uno solo ne restò. | Solo, il povero negretto | in un bosco se ne andò: | ad un pino s'impiccò, | e nessuno ne restò.'' ([[Agatha Christie]])
*In Fenchurch Street, un "bel fanciullo, dall'abito costoso", trovavasi in piedi su una sorta di podio per dare al re il benvenuto della città. Ecco gli ultimi versi del suo saluto: ''Benvenuto, o re, con lo slancio grande di ogni cuore; | Benvenuto ancora, per quanto ogni lingua può parlare; | Gioiosamente, menti e cuori ti accolgon con amore. | Dio ti conservi, preghiamo, e lunga vita ti possa dare!'' ([[Mark Twain]])
*Persino il principe le aveva chiesto ridendo se apprezzasse l'ultimo parto poetico di suo marito.<br>«L'ho composto mentre mi annodavo la cravatta», aveva dichiarato Sir Percy al suo gruppo di ammiratori.<br>La cercan qui, la cercan là,<br>dove si trovi nessuno lo sa.<br>Che catturare mai non si possa,<br>quella dannata Primula Rossa? ([[Emma Orczy]])