Jean-Jacques Rousseau: differenze tra le versioni

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*La fantasticheria mi riposa e mi diverte, la riflessione mi affatica e rattrista. Pensare fu sempre per me un'occupazione penosa, senza incanto. Le mie fantasie finiscono talvolta con la meditazione, ma le mie meditazioni finiscono sovente con le fantasie; in questi smarrimenti la mia anima erra, vola, alta nell'universo, sulle ali dell'immaginazione, in estasi che superano ogni gioia. (VII; 1962, p. 1358)
*Gli alberi, gli arbusti, le piante, sono gli ornamenti, la veste della terra. Nulla è triste come l'aspetto d'una campagna nuda e brulla, che non offre ai nostri occhi se non pietre, mota e sabbia; ma ravvivata dalla natura e rivestita del suo abito nuziale, in mezzo ai corsi di acqua e al canto degli uccelli, la terra dona all'uomo, nell'armonia dei tre regni, uno spettacolo pieno di vita, d'interesse, d'incanto: il solo spettacolo al mondo di cui i suoi occhi e il suo cuore mai si stanchino. (VII; 1962, p. 1358)
*No, nulla di personale, nulla che tocchi l'interesse del mio corpo riesce veramente a occuparmi l'anima. Non medito, non sogno mai sì deliziosamente come quando dimentico me stesso. Provo estasi, rapimenti inesprimibili nel fondermi, direi quasi, col sistema degli esseri, nell'identificarmi con tutta la natura. (VII; 1962, p. 1360)
*Salgo su per le rocce e le montagne, m'inoltro nelle valli, nei boschi, per sottrarmi, quanto possibile, al ricordo degli uomini e agli attacchi dei malvagi. Mi sembra che sotto le ombre d'una foresta io sono dimenticato, libero, tranquillo, come se non avessi nemici, o come se il fogliame dei boschi dovesse preservarmi dai loro attacchi come li allontana dal mio ricordo [...]. (VII; 1962, p. 1362)
 
==Citazioni su Jean Jacques Rousseau==