Ernst Jünger: differenze tra le versioni

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*Là dove la ''macchina'' fa la sua apparizione, la lotta dell'uomo contro di essa appare senza speranza. (da ''Politische Publizistik'')<ref name=Ben>Citato in [[Andrea Benedetti]], ''Rivoluzione conservatrice e fascino ambiguo della tecnica'', Edizioni Pendagron, Bologna 2008</ref>
*Ci sono, nel corso del [[tempo]], in quest'incessante divenire che ci circonda, degli istanti di tregua, nei quali comprendiamo all'improvviso che qualcosa è ''successo''.<br>In tali istanti, percepiamo chiaramente quanto, in fondo, sia scarsa l'importanza che esercitiamo sulle cose, e quanto invece tutto sorga dalle profondità e acceda all'esistenza per trascorrere in essa un breve istante prima di scomparire di nuovo, svolgendo così un compito enigmatico nell'alternanza del divenire, dell'essere e del declino.<br>Soltanto l'uomo, in quanto creatura consapevole, sente talvolta con un sentimento doloroso l'irresistibile flusso del tempo; pone la questione senza oggetto del senso reale di tutto ciò, e prova il bisogno di trattenere con accanimento il minuto transitorio, il momento che gli sfugge. (da ''Feuer und Blut'', ''Fuoco e sangue'', Magdeburgo, 1925, p. 66<ref>Citato in [[Heimo Schwilk]], ''Ernst Jünger, {{small|Una vita lunga un secolo, Con 44 illustrazioni su tavola}}'', traduzione di Domenico Carosso, Effatà Editrice, Cantalupa, Torino, 2013, p. 328-329. ISBN 978-88-7402-778-1</ref>)
*L'uomo che a poco a poco si apre alla [[banalità]] si arrende come una fortezza in cui, una volta incrinate le fondamenta, non si troveranno più né forza né mistero. (da ''Ludi africani'',p. 90)
*Ci sono situazioni in cui la mera esistenza diventa opporre resistenza. (da ''La capanna nella vigna. Gli anni dell'occupazione, 1945-1948''. p. 212)
*Alla [[gerarchia]] delle amicizie corrisponde una gerarchia dei segreti. Ma per comunicare l'incomunicabile bisogna essere una cosa sola. (da ''La capanna nella vigna. Gli anni dell'occupazione, 1945-1948'', p. 251)
*Gli [[uomo|uomini]] hanno, come gli alberi, il loro lato esposto al vento e, come le montagne, la loro parete Sud. Dobbiamo solo cercare l'accesso ai pendii dei loro vigneti, alle miniere dei loro tesori. Allora daranno l'oro e il vino là dove nessuno se l'aspettava. <br/> Gli uomini sono testi geroglifici, tanti però incontrano il loro [[Jean-François Champollion|Champollion]]. Diventeranno leggibili, diventeranno avvincenti, se la chiave sarà accordata ''con amore''. (da ''La capanna nella vigna. Gli anni dell'occupazione'', 1945-1948, p. 269)
*L'uomo che a poco a poco si apre alla banalità si arrende come una fortezza in cui, una volta incrinate le fondamenta, non si troveranno più né forza né mistero. (da ''Ludi africani'',p. 90)
*La [[salute]] può essere un bene. La [[malattia]] a volte può essere addirittura meglio. Le malattie sono domande, sono anche dei compiti, perfino onorificenze. Tutto dipende da come uno se le appunta. (da ''Visita a Godenholm'', p. 71-72)
*In un'orgia furiosa l'uomo vero si ricompensa della sua continenza. I suoi istinti troppo a lungo repressi dalla società e dalle sue leggi ridiventano l'essenziale, la cosa santa e la ragione suprema. (da ''Der Kampf als inneres Erlebnis'', p. 30<ref name=Cai>Citato in [[Roger Caillois]], ''La vertigine della guerra'', traduzione di Mauro Pennasilico, Edizioni Lavoro, Roma 1990</ref>
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*«La terra sarà maledetta per colpa tua; tu ne mangerai il frutto con affanno tutti i giorni della tua vita» ''[[Genesi]]'', 3-1.<br/>Questo passo corrisponde a quello di [[Esiodo]], nel quale si afferma che gli dèi hanno reso affannoso agli uomini procurarsi il cibo, mentre prima bastava il lavoro di una sola giornata per un anno intero.<br/>La vera [[abbondanza]], la copiosità paradisiaca, sta al di fuori del tempo. Là si trova anche la terra delle grandi, immediate creazioni, come le descrive il mito e le illustra la ''Genesi''. E là non esiste la morte. Nell'amplesso d'amore è rimasta in noi una scintilla della grande luce di tale mondo creativo: voliamo, come scagliati da una balestra, al di là del tempo. (da ''Nota di diario del 15 dicembre 1944, Kirchhorst'', p. 483)
*La lirica di Trakl è simile al volgere di un [[caleidoscopio]] fantastico, che dietro il suo vetro opalescente, nel bagliore lunare, ripete poche, ma pure pietre, in combinazioni monotone. (da ''Nota di diario del 14 marzo 1945, Kirchhorst'', p.512)
 
==''La capanna nella vigna. {{small|Gli anni dell'occupazione, 1945-1948}}''==
*A uno sportello qualsiasi può affacciarsi il tuo carnefice. Oggi ti recapita una lettera raccomandata, domani una sentenza di morte. Oggi ti fora il biglietto, domani la nuca. Ed esegue entrambe le cose con la stessa pedanteria e lo stesso senso del dovere. Chi già non se ne accorga negli antri delle stazioni ferroviarie, o nel ''keep smiling'' delle commesse, si muove come un daltonico nel nostro mondo. Esso non ha soltanto certe zone e certi periodi spaventosi: è spaventoso fin dalle fondamenta. (da ''La capanna nella vigna. Gli anni dell'occupazione, 1945-1948'', p. 57)
*Ci sono situazioni in cui la mera esistenza diventa opporre resistenza. (da ''La capanna nella vigna. Gli anni dell'occupazione, 1945-1948''. p. 212)
*Alla [[gerarchia]] delle amicizie corrisponde una gerarchia dei segreti. Ma per comunicare l'incomunicabile bisogna essere una cosa sola. (da ''La capanna nella vigna. Gli anni dell'occupazione, 1945-1948'', p. 251)
*Gli [[uomo|uomini]] hanno, come gli alberi, il loro lato esposto al vento e, come le montagne, la loro parete Sud. Dobbiamo solo cercare l'accesso ai pendii dei loro vigneti, alle miniere dei loro tesori. Allora daranno l'oro e il vino là dove nessuno se l'aspettava. <br/> Gli uomini sono testi geroglifici, tanti però incontrano il loro [[Jean-François Champollion|Champollion]]. Diventeranno leggibili, diventeranno avvincenti, se la chiave sarà accordata ''con amore''. (da ''La capanna nella vigna. Gli anni dell'occupazione'', 1945-1948, p. 269)
 
==''Heliopolis''==