La mafia non è più quella di una volta: differenze tra le versioni

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==Citazioni su ''La mafia non è più quella di una volta''==
===[[Franco Maresco]]===
*È un film abbastanza nichilista, una versione molto per i poveri della ''Società dello spettacolo'' di [[Guy Debord]], un mondo dove tutto si è azzerato. È un film su una tragedia in corso, la mafia, di cui non si parla più, se non nelle fiction: nella più felice delle ipotesi (ti prego di cogliere l’ironia) l’antimafia ha il volto di [[Pif]]. L'idea, insomma, è che tutto si può fare, tutto è allo stesso livello: le fiction, le cerimonie istituzionali, i neomelodici. Nel film precedente, ''[[Belluscone - Una storia siciliana|Belluscone]]'', raccontavo i giovani sottoproletari che intendevano la parola "carabiniere" come un insulto. Oggi non c'è nemmeno più questo problema. E non perché sia penetrata chissà quale cultura della legalità. I ragazzi ti rispondono: "Mi piacerebbe fare il killer, ma se non posso, anche il carabiniere va bene". Tanto sono comunque eroi da fiction, di un super-[[Blob (programma televisivo)|Blob]].
*È un po', diciamo, una versione per i poveri della società dello spettacolo, insomma, molto banalizzata. [...] Prosegue quello che era successo con ''[[Belluscone - Una storia siciliana|Belluscone]]'', cioè la fine, l'azzeramento del senso di qualunque cosa. E quindi se nella prima parte Ciccio Mira manteneva [...] come presentatore di feste di piazza [...] una sua coerenza [...], oggi invece in questo film Ciccio Mira ha fatto un salto - non so se dire di qualità - e questo salto l'ha portato ad organizzare una festa per Falcone e Borsellino.
*Effettivamente il film senza Letizia sarebbe stata l'apoteosi della canaglieria, della crudeltà, un film forse troppo duro, troppo cattivo. E invece Letizia con la sua ironia, con la sua autoironia mitica, un po' {{NDR|attenua}} l'orrore che c'è in quel film. {{NDR|Si rivolge a Letizia}} Senza di te sarebbe un film dell'orrore.
*{{NDR|Sulla polemica nei confronti di [[Sergio Mattarella]]}} La polemica era un po’ pretestuosa. A un certo punto, nel corso dell’anno raccontato, c’è la sentenza del processo sulla trattativa e io chiedo a Letizia come mai la cosa sia caduta nel silenzio di tutti, compreso il presidente della repubblica. Ora, è vero che le sentenze non si commentano, ma qui non siamo nello specifico di un fatto criminoso. Io mi riferivo a quello che la sentenza implicava, raggiungendo la conclusione che ci fu una trattativa tra una parte dello stato e Cosa Nostra. Più che una polemica, poi, era uno spunto narrativo per passare la palla a Ciccio Mira. Perché subito dopo gli faccio la stessa domanda e lui parte con un’apologia di Mattarella e un racconto scombinatissimo, su uno zio, un incidente d’auto, le passioni cinefile del presidente. Poi si scopre che in realtà vuole probabilmente chiedere la grazia per un congiunto che sta in carcere. Comunque, se fossi andato a Venezia mi avrebbero fatto domande solo su quello, spostando l’attenzione dal film.
*Io dico che il film ha una verità sua, e poco importa, a cose fatte, se una cosa è stata “incoraggiata” o si è presentata spontaneamente. La cosa paradossale è che le scene “documentarie” sono in realtà quelle a cui è più difficile credere.
*Questo film tenta di essere [...] una riflessione, un viaggio, dentro un mondo che non ha più senso né nella mafia né nell'antimafia.