Gianni Oliva: differenze tra le versioni

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→‎I Savoia: Umberto I di Savoia
Incipit
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==''I Savoia''==
===[[Incipit]]===
Dei Savoia si può scrivere di tutto e il contrario di tutto: una dinastia che ha regnato per nove secoli offre materiale per chi vuole celebrarne i meriti storici e per chi vuole demonizzarne le colpe politiche, per chi cerca la suggestione del mito e per chi è affascinato dagli intrighi di corte. Nell'albero genealogico della famiglia ci sono principi intrepidi come Emanuele Filiberto e travolgenti come Vittorio Amedeo II, personaggi opachi come Carlo II e contraddittori come Carlo Alberto, donne frivole come Maria Cristina, lucide come la regina Margherita e infelici come la principessa Mafalda. Nella varietà dei protagonisti e delle stagioni storiche, è tuttavia possibile trovare elementi che uniscono l'una all'altra le diverse esperienze che permettono una lettura della storia sabauda in termini di continuità. <!--(Introduzione, p. 3)-->
 
===Citazioni===
*Evoluzione naturale del Congresso di Parigi sono gli [[accordi di Plombières]], una località termale nei Vosgi dove il 20 luglio 1858 si incontrano segretamente Cavour e Napoleone III. Francia e Regno di Sardegna si impegnano a provocare una guerra contro l'Austria, avendo cura che formalmente essa appaia come aggressione austriaca nei confronti del Piemonte e che quindi l'intervento francese appaia come una richiesta di aiuto da parte del re sabaudo nell'ambito di un'alleanza a carattere difensivo. Dopo la vittoria, l'assetto della penisola dovrebbe comprendere un regno dell'Alta Italia sotto i Savoia, esteso a tutte le regioni del Nord; un regno dell'Italia centrale, escluso il Lazio, e uno dell'Italia meridionale, per i quali Napoleone III pensa rispettivamente al cugino Girolamo Bonaparte e al figlio di Gioacchino Murat, Luciano; uno Stato Pontificio, esteso alla sola regione laziale. Come compenso per l'aiuto ricevuto, il Piemonte cederebbe alla Francia la contea di Nizza e la Savoia, e il confine tra i due Stati verrebbe definito sul crinale alpino, secondo la linea delle «frontiere naturali». (cap. XI, p. 390)