Jacob Burckhardt: differenze tra le versioni

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*Il prossimo inverno, almeno che non succeda chissà cosa, riparto per Roma. Voglio ancora farmi una bevuta da questo calice incantato e ricoperto d'oro; la primavera che sonnecchia in me sotto il ghiaccio tornerà a fiorire. (da una lettera a Hermann Schauenburg da Berlino, 22 marzo 1847, p. 133)
*Ci credi, se ti dico che la domenica esco mal volentieri a passeggio, solo per non incontrare berlinesi ''en masse''? I tre quarti di questi volti sono inaciditi e avviliti, gli altri ingrassati a forza di filisteismo. Roma è certo anche povera, ma quale bellezza, chiarezza ed espressività in quei volti! Alcuni sono magri, certo segnati dagli anni e consumati dalle intemperie, ma tutto ha un che di deciso, fermo, non c'è niente di ''a priori'' scrofoloso, molliccio, informe. (dalla lettera a Edward Schauenburg da Berlino, 25 marzo 1847, p. 136)
 
==Citazioni su Jacob Burckhardt==
*L'importanza di Burckhardt non si limita al fatto di essere stato tra i primi a rendersi conto del declino dell'Occidente. A questo fatto si aggiungono tre intuizioni fondamentali. La prima riguarda il riconoscimento della molteplicità delle culture. Il declino di una civiltà non implica la fine del mondo: da qualche altra parte inizia qualcosa di nuovo. Sotto questo aspetto egli può essere considerato l'antesignano di un'estetica globale. ([[Mario Perniola]])
 
==Note==