Giorgio Scerbanenco: differenze tra le versioni

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==Citazioni di Giorgio Scerbanenco==
*Anche la frase del saggio, nella bocca dello [[stolto]], diviene un'ingiuria, un irritante suono, perché è detta da chi non ne misura la potenza. E anzi l'ignora. (da<ref>Da ''Il mestiere di uomo'', N. Aragno, 2006).</ref>
*La società è un gioco, vero? Le regole del gioco sono scritte nel codice penale, in quello civile e in un altro codice, piuttosto vago e non scritto, detto codice morale. Saranno codici molto discutibili, che devono essere continuamente migliorati, ma, o si sta alle loro regole, o non ci si sta. L'unico trasgressore alle regole del gioco che io posso rispettare è il bandito col trombone che si nasconde per le montagne: lui non sta alle regole del gioco, lui, anzi, dice chiaramente che non vuol giocare alla bella società e che le regole se le fa lui come vuole, col fucile. Ma i bari no, li odio e li disprezzo. Oggi ci sono i banditi con l'ufficio legale a latere, imbrogliano, rubano, ammazzano, ma hanno già studiato la linea di difesa con il loro avvocato nel caso fossero scoperti e processati e non vengono mai puniti abbastanza. Vogliono che gli altri stiano al gioco, alle regole, ma loro non ci vogliono stare. (da<ref>Da ''Venere privata'', ne ''La Milano nera di Scerbanenco'').</ref>
*Un [[Calcio (pedata)|calcio]] a piede nudo ha una sua particolare efficacia, può avere perfino effetti superiori a quelli di un calcio con la scarpa. (da<ref>Da ''Traditori di tutti'', ne ''La Milano nera di Scerbanenco'').</ref>
 
==''Uomini ragno''==
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*Così era dolce dormire in quell'alba di febbraio, nella dolce grande città di [[Milano]]. E continuare a dormire, insieme, anche con la nuca forata dai proiettili. (p. 68)
*[...] in tutto il mondo aleggiava in un modo o nell'altro, là mostruosa, qui più lieve, la paura e solo la paura. (p. 167)
 
==[[Incipit]] di ''Venere privata''==
«Come si chiama lei?»<br>
«Marangoni Antonio, io sto lì, alla Cascina Luasca, sono più di cinquant'anni che tutte le mattine vado a Rogoredo in bicicletta.»<ref>Citato in Giacomo Papi, Federica Presutto, Riccardo Renzi, Antonio Stella, ''Incipit'', Skira, 2018. ISBN 9788857238937</ref>
 
==Note==
<references />
 
==Bibliografia==