Napoleone Colajanni: differenze tra le versioni

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/* Storia della Banca in Italia. Da Cavour a Ciampi /* Il circuito di capitali
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*In quanto alle sozze calunnie di chi disse i [[moti di Milano]] e del resto d'Italia voluti e preparati dai socialisti e repubblicani agli ''ordini ed agli stipendi'' del Papa e della Francia, esse non meritano che il più profondo disprezzo. (cap. 13, p. 246)
 
== ''Storia della Banca in Italia. Da Cavour a Cimapi'' ==
*Il meccanismo, che a partire dal 1938 e poi durante la guerra consentì alle banche di rafforzarsi, fu denominato "circuito di [[Capitale (economia)|capitali]]". Lo Stao pagava le spese di guerra con l'emissione di moneta, di cui le imprese si servivano per pagare fornitori e lavoratori. La stampa di biglietti spingeva i prezzi in alto, ma la scarsa disponibilità di beni di consumo creava una sovrabbondanza di moneta che si rifugiava nelle banche. Le banche a loro volta sottoscrivevano titoli di Stato che andavano a coprire le spese di guerra. In questo modo, la guerra fu finanziata con un aggravio fiscale piuttosto modesto, mentre, almeno per un certo periodo, l'[[inflazione]] fu contenuta entro limiti tollerabili. Così potè accadere che nel 1945 i depositi fossero aumentati di sette volte rispetto al 1938 e gli impieghi solo di tre volte. La differenza veniva depositata dalle Banche presso il Tesoro o la Banca d'Italia.
*Alle banche il meccanismo permetteva di investire denaro al tasso pagato dallo Stato, che era superiore a quello corrisposto ai risparmiatori. Inoltre, mentre nella [[Prima guerra mondiale]] c'era stato un reale sviluppo delle forze produttive mediante investimenti che assorbivano [[risparmio]], durante le [[Seconda guerra mondiale|seconda]] le imprese sfruttarono le capacità produttive esistenti.
*Cesssata la fase più drammatica della ricostruzione, il Paese cominciò ad avviarsi verso la normalità. Nel 1946 la struttura del sistema credtizio era ormai fissata in un modo che non varierà di molto fino agli anni Novanta. Le grandi [[banca|banche]], che erano state protagoniste dello sviluppo, erano diventate le Banche di Interesse Nazionale ed erano proprietà dell'[[IRI]].
* [Le banche italiane] avevano superato, grazie anche alla [[guerra]], con il meccanismo che si è visto [quello del circuito di capitali], e si erano alleggerite di una parte non indifferente del loro [[debito]] con la [[Banca d'Italia]]. La loro attività era nettamente separata dal finanziamento a medio e lungo termine; alle grandi imprese continuavano a fornire il capitale circolante, ma la parte delle piiccole imprese era crescente.
 
==[[Incipit]] di alcune opere==
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*Napoleone Colajanni, ''[http://www.liberliber.it/libri/c/colajanni/index.htm La Sicilia dai Borboni ai Sabaudi (1860-1900)]'', Milano, Universale economica, 1951.
*Napoleone Colajanni, ''[http://www.homolaicus.com/storia/contemporanea/fonti/colajanni-mafia.pdf Nel regno della mafia]'', Edizioni Trabant, 2009.
*Napoleone Colajanni, ''Storia della Banca d'Italia. Da Cavour a Ciampi'', Newton Compton Editore, collana "Tascabili economici Newton" (n. 79), luglio 1995, 1ª edizione, ISBN 88-8183-063-9, OCLC 801067020, capitolo "Ripesa e ricostruzione 1945-55", pp. 57 e 59 (di 98).
 
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