Tito Lucrezio Caro: differenze tra le versioni

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*A tante [[ingiustizia|sciagure]] ha potuto indurre la [[religione]].
:''Tantum religio potuit suadere malorum.'' (v. 101)
*Occorre dunque che l'il[[erroreterrore]] dell'animo e queste tenebre<br />non siano dissolte dai raggi del sole, né dai lucidi dardi del giorno,<br />ma dall'aspetto e dall'intima legge della [[natura]].<ref>Versi uguali a III, 91-93.</ref>
:''Hunc igitur terrorem animi tenebrasque necessest<br />non radii solis neque lucida tela diei<br />discutiant, sed naturae species ratioque.'' (vv. 146-148)
*Dunque ogni cosa visibile [[eternità|non perisce del tutto]],<br />poiché una cosa dall'altra la natura ricrea,<br />e non lascia che alcuna ne nasca se non dalla [[morte]] di un'altra.<ref>Cfr. [[Eraclito]], ''Sulla natura'', Diels-Kranz 62: «Immortali mortali, mortali immortali, viventi la loro morte e morienti la loro vita».</ref>