Flavio Claudio Giuliano: differenze tra le versioni
Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Nessun oggetto della modifica |
sistemo |
||
Riga 3:
==Citazioni di Flavio Claudio Giuliano==
===
*{{NDR|[[Ultime parole]]}} Galileo, hai vinto!▼
====[[Incipit]]====▼
:''Vicisti, Galilaee!''<ref>Secondo la tradizione, queste sarebbero le ultime parole dell'imperatore, dopo essere stato ferito a morte in una imprudente spedizione contro i Persiani. Il galileo a cui fa riferimento è ovviamente [[Gesù]]. Giuliano infatti è stato l'ultimo imperatore ad aver tentato, invano, di restaurare la religione pagana nell'Impero Romano (citato in Giuseppe Fumagalli, ''Chi l'ha detto?'', Hoepli Editore, 1904, [http://books.google.it/books?id=HW4b2ZIC3xkC&pg=PA457 p. 457] ISBN 8820300923).</ref>▼
*{{NDR|[[Ultime parole]]}} Adesso giunge, o compagni, il tempo più adatto per allontanarsi dalla vita, che è reclamata dalla natura. Esulto, come colui che sta per restituire un debito in buona fede. Non sono afflitto e addolorato (come alcuni pensano). Sono guidato dalla opinione generale dei filosofi che l'anima sia più felice del corpo. E osservo che, ogni volta che una condizione migliore sia separata da una peggiore, occorre rallegrarsi piuttosto che dolersi Noto anche che gli dei celesti donarono ad alcuni molto religiosi la morte come sommo premio. Ma so bene che quel compito mi è stato affidato non per soccombere nelle ardue difficoltà, né per avvilirmi, né per umiliarmi. Ho imparato a conoscere per esperienza che tutti i dolori colpiscono chi è senza energia, ma cedono di fronte a coloro che persistono. (citato in Ammiano Marcellino, ''Rerum gestarum libri'')▼
==''Contro i galilei''==
*Opportuno mi pare di esporre qui a tutti le ragioni per le quali io venni nel convincimento che la settaria dottrina dei Galilei è un'invenzione messa insieme dalla malizia umana. Nulla avendo essa di divino, e sfruttando la parte irragionevole dell'anima nostra, ch'è proclive al favoloso ed al puerile, riuscì a far tenere per verità un costrutto di finzioni mostruose.
*Bisognerà risalire un po' addietro e dire donde e come ci sia venuta l'idea di Dio: poi, paragonare ciò che dell'Essere divino si dice sia presso i Greci, sia presso gli Ebrei; infine chiedere a quelli che non sono nè Greci nè Ebrei, ma appartengono all'eresia Galilea, per quale ragione preferirono l'opinione di quegli ultimi alla nostra e, in seguito, perché mai neanche a questa rimangono fermi, ma, apostatando, han presa una via lor propria. Nulla accettando di quante cose belle e buone sono sia presso noi Greci, sia presso gli Ebrei seguaci di Mosè, raccolsero invece da entrambi i vizi che a questi popoli furono, per così dire, legati dalla maledizione di un dèmone; la negazione degli Dei dall'intolleranza ebrea, la vita leggera e corrotta dall'indolenza e dalla volgarità nostra: e ciò osarono chiamare la religione perfetta.
*Orbene, i Greci
*Mosè dice che il Creatore del mondo ha eletto il popolo ebreo, veglia esclusivamente su di esso, di esso si preoccupa, ad esso rivolge tutta intera la sua attenzione. Quanto agli altri popoli, come e da quali Dei sieno governati, di ciò Mosè non fa nessuna questione: troppo, forse, gli sembra di lasciare che anche essi godano il sole e la luna. Ma su questo punto torneremo, di nuovo, più avanti. Per ora mi limiterò a mostrare che Dio lo dichiarano dio esclusivamente di Israele e della Giudea, e i Giudei popolo eletto: così, non solo Mosè, ma i profeti dopo di lui, e Gesù Nazareno, e anche quegli che sorpassa tutti quanti i ciarlatani e gli impostori d'ogni tempo e d'ogni paese, Paolo.
*Senonché qui sarebbe il caso di domandare a Paolo come mai, se Dio non è solo dei Giudei ma di tutte le genti, ai soli Giudei largì il dono profetico, e Mosè, e il crisma, e i profeti, e la legge, e le stravaganze e i miracoli della favola. Tu li odi che gridano: «L'uomo mangiò del pan degli angeli». E alla fine mandò a loro anche Gesù. A noi nessun profeta, nessun crisma, nessun maestro, nessun messo di questa sua tardiva benevolenza, che doveva un giorno estendersi anche a noi! Egli lascia per miriadi, o, se volete, anche solo per migliaia di anni, in una tale ignoranza, schiàvi, come voi dite, degli idoli, tutti i popoli dall'Oriente all'Occidente, dal Settentrione al Mezzogiorno, ad eccezione di una piccola schiatta stabilitasi da neanche duemila anni in un solo angolo della Palestina. Se è Dio di noi tutti, e di tutti egualmente creatore, perché ci ha trascurati?
*Mosè ha dato della differenza delle lingue una ragione superlativamente favolosa. Dice che i figli degli uomini, riunitisi, volevano fabbricare una città e, in essa, una gran torre; ma Dio dichiarò: qui bisogna scendere e confondere le loro lingue.
*Quanto alla differenza nei costumi e nelle leggi nè Mosè nè alcun altro si curò di trattarla. Eppure, c'è molto maggiore varietà negli usi e nei costumi politici delle nazioni, che non nelle loro lingue. Quale è quel greco che considera lecito di avere commercio con la sorella, con la figlia, con la madre? Ebbene, ciò è buono presso i Persiani. E debbo io indugiarmi a dimostrare, caso per caso, che i Germani sono amanti della libertà e insofferenti di giogo, mentre i Siri, i Persiani, i Parti sono più alla mano e docili, al pari degli altri barbari ad Oriente e a Mezzogiorno, che tutti, senza distinzione, si sottomettono volentieri anche ai governi più dispotici? Se dunque tutte queste cose, che sono le più importanti ed apprezzabili, si son fatte senza una provvidenza superiore e veramente divina, a che scopo onorare e venerare un Dio che non provvede niente? Se non si curò nè della vita, nè dei caratteri, nè dei costumi, nè delle buone leggi, nè della costituzione civile, ha forse diritto di reclamare onori dagli uomini?
*Un uomo invidioso e maligno ti par degno di biasimo. E fai cosa pia a chiamar invidioso Iddio? E come può sembrarti ragionevole una così sfacciata menzogna sul conto di Dio? Difatti, se è geloso, vuol dire che suo malgrado vengono tutti gli altri Dei venerati, e suo malgrado tutte le altre genti venerano gli Dei. E come mai non li ha impediti, lui, così geloso, che non vuole si venerino gli altri, ma sè solo? Una delle due, dunque: o non era capace, o, addirittura, non volle neanche vietare il culto degli altri Dei. Ma la prima conseguenza è empia: dire che non poté. La seconda concorda con la pratica della nostra religione. Smettetela quindi con codeste ciance e non traetevi addosso da voi stessi una così grossa infamia. Se infatti Egli non vuole che alcun altro si adori, perché mai adorate quel suo figlio spurio, che Egli non riconobbe nè credette mai suo (e ciò io vi dimostrerò agevolmente), ma che voi, non so come, ad arte gli avete supposto?
▲*{{NDR|[[Ultime parole]]}} Galileo, hai vinto!
▲:''Vicisti, Galilaee!''<ref>Secondo la tradizione, queste sarebbero le ultime parole dell'imperatore, dopo essere stato ferito a morte in una imprudente spedizione contro i Persiani. Il galileo a cui fa riferimento è ovviamente [[Gesù]]. Giuliano infatti è stato l'ultimo imperatore ad aver tentato, invano, di restaurare la religione pagana nell'Impero Romano (citato in Giuseppe Fumagalli, ''Chi l'ha detto?'', Hoepli Editore, 1904, [http://books.google.it/books?id=HW4b2ZIC3xkC&pg=PA457 p. 457] ISBN 8820300923).</ref>
▲*{{NDR|[[Ultime parole]]}} Adesso giunge, o compagni, il tempo più adatto per allontanarsi dalla vita, che è reclamata dalla natura. Esulto, come colui che sta per restituire un debito in buona fede. Non sono afflitto e addolorato (come alcuni pensano). Sono guidato dalla opinione generale dei filosofi che l'anima sia più felice del corpo. E osservo che, ogni volta che una condizione migliore sia separata da una peggiore, occorre rallegrarsi piuttosto che dolersi Noto anche che gli dei celesti donarono ad alcuni molto religiosi la morte come sommo premio. Ma so bene che quel compito mi è stato affidato non per soccombere nelle ardue difficoltà, né per avvilirmi, né per umiliarmi. Ho imparato a conoscere per esperienza che tutti i dolori colpiscono chi è senza energia, ma cedono di fronte a coloro che persistono. (citato in Ammiano Marcellino, ''Rerum gestarum libri'')
==Citazioni su Flavio Claudio Giuliano==
|