Isola di Capri: differenze tra le versioni

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===Citazioni in prosa===
*A Capri non si può morire. E questo per una legge di relatività. L'isola è posta ''fuori'' della dimensione del tempo. A Capri, non esiste il ''futuro''. Si muore perché commettiamo l'errore di dirigerci verso il ''futuro''. Le coordinate storiche di Capri sono l<nowiki>'</nowiki>''antichità'' e l'''attualità''; dalle quali la morte è preclusa per definizione. ([[Edwin Cerio]])
*Archi.<br>Dietro la chiesa parrocchiale, a destra, lungo la via che conduce al chiostro vuoto di Santa Teresa, e più in là, nei meandri di Capri: archi, buio e frescura.<br>So che, a poca distanza, c'è la gran luce meridiana, e il mare: un mare immobile, incandescente, dal quale, sulla curva dove si confonde col cielo, [[Isola d'Ischia|Ischia]], [[Procida]], la [[Penisola sorrentina|penisola Sorrentina]] e il pinnacolo acceso del [[Vesuvio]] escono come dal grembo del caos. Ma oggi nel riflesso del sole e del mare, le disperate {{sic|rupe}} di Monte Solaro e del Castiglione {{sic|dànno}}, a guardarle, la follia; e le viuzze interne di Capri dugentesca sono invece meravigliosamente riposanti.<br>Muraglie e volte, grigie: grigio-perla, grigio-argento, grigio-plumbeo, grigio-lapillo; una fusione di grigi dolce agli occhi come il velluto alle dita: rotta qua e là da risate rosse e verdi (grembialucci di bambini): da {{sic|raggère}} dorate o nerazzurre (zazzere di bambini): da stelle scintillanti nella penombra (occhi di bambini). Il mare?... Il cielo?... Chi ci pensa?... Archi. Archi. Archi.<br>L'uno entra nell'altro con la più snella naturalezza del mondo, senza che una regola architettonica ve lo costringa.[...] Tutte le forme; tutti gli stili; a sesto acuto: a mezzo sesto: {{sic|a gàveta}}: a botte: a schiena d'asino col classico profilo del basto.Tutti gli adattamenti: a riparare un balconcino zampillante di gerani sanguigni: ad accarezzare un tubo di grondaia: a difendere una rampa di scala esterna: e poi, così, senza ragione, per puro lusso estetico, per delizia degli occhi: alti, bassi, storti, mozzi, duri e scarni, pieni e voluttuosi: archi, archi, archi. ([[Ada Negri]])
*L'imperatore [[Tiberio]] governava da Capri quel mondo antico di cui il [[Mar Mediterraneo|Mediterraneo]] era il «centro», libero di realizzare qualsiasi capriccio della sua immaginazione. Aveva la certezza fisica di essere il vero padrone di tutto ciò su cui il suo sguardo poteva spaziare. ([[Richard Newbury]])
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*Niente si può immaginare di più bello, di più grande, di più singolare sotto tutti i punti di vista del colpo d'occhio di [[Napoli]] da quel lato in cui la si vede: questa città è posta al fondo di un bacino, chiamato in italiano cratere, che ha due leghe e mezzo di larghezza e altrettante di profondità; esso sembra quasi chiuso dall'isola di Capri, che si presenta dal lato di mezzogiorno, e sebbene a sette leghe di distanza la vista termini piacevolmente, si crede di vedere ai lati di quest'isola due aperture chiamate in effetti Bocche di Capri, ma l'una ha più di otto leghe di larghezza, e l'altra ha solamente una lega, sebbene esse appaiono pressoché uguali. ([[Joseph-Jérôme Le François de Lalande]])
*Quando ci venne l'idea – e noi fummo già collaboratori della rivista «Vperëd» – di costituire la scuola di partito per gli operai e farla all'isola di Capri, dietro consiglio del nostro ottimo compagno Vilonov... tale idea poteva sembrare o una trovata romantica o una strana combinazione casuale. Infatti, quando gli operai dalle diverse {{sic|attà}} dell'ex-impero russo giunsero sull'isola, rimasero sommamente sorpresi e tutto, intorno, gli sembrò una fiaba. Uno di loro – un operaio di Sormov – sbalordito guardava, senza parola, il mare più azzurro che il turchinetto nella tinozza, gli scogli infocati dal sole e simili a immense macchie gialle, le spine pungenti dei cactus, i ventagli delle palme, ed infine disse: «Ci hanno fatto viaggiare per migliaia di ''verste'' per portarci su un sassolino». ([[Anatolij Vasil'evič Lunačarskij]])
 
*Stanco dal lungo viaggio nella Preistoria, l'Indagatore riprese la via del ritorno e giunto all'età mitica riaprì gli occhi e guardò attraverso l'ampia fenditura della Grotta delle Felci che affaccia sul mare e sovrasta la Piccola Marina – quel paesaggio ancora favoloso, vibrante di ricordi omerici.<br>Ma che avveniva?<br>Dal mare odisseo veniva l'eco di un canto antico, dalla costa, tutt'intorno, riverberava il suono della più dolce melopea che abbia mai cullato i sogni degli uomini. Lo Scoglio delle Sirene s'era improvvisamente popolato di esseri favolosi... vaghissime fanciulle che, a differenza delle bagnanti usuali nei loro indecorosi costumi, vi si diportavano completamente, decentemente ignude.<br>Dalla nebbia sciroccosa del passato era emerso un [[w:pentacotero|pentacotero]] dalla sagoma pelagica che a voga forzata arrancava verso il lido. [[Ulisse]], legato all'albero, smaniava...<br>–Che vuol dire tutto ciò? – mormorò trasognato l'Indagatore, lasciandosi sfuggire dalle mani la calotta cranica dell'Uomo Primitivo.<br>Il frammento di cranio, battendo sul suolo, rimbalzò e sussultando, con una voce lontana che veniva dalla Preistoria disse:<br>– È il Mito; il primo mito di questo Mare e di quest'Isola: la più bella favola del mondo. ([[Edwin Cerio]])
====[[Edwin Cerio]]====
*A Capri non si può morire. E questo per una legge di relatività. L'isola è posta ''fuori'' della dimensione del tempo. A Capri, non esiste il ''futuro''. Si muore perché commettiamo l'errore di dirigerci verso il ''futuro''. Le coordinate storiche di Capri sono l<nowiki>'</nowiki>''antichità'' e l'''attualità''; dalle quali la morte è preclusa per definizione. ([[Edwin Cerio]])
*Abbiamo tanti miti, freschi ed in conserva; mito marino delle Sirene, marinato; e [[Jan Styka|Styka]] che fa da [[Ulisse]] in salamoia; Ebolo, i Lestrigoni; e Circe che tratta da porci i mariti fedeli; c'è l'orgia di [[Tiberio]], col [[Salto di Tiberio]], le spintrie, le sellarie; c'è [[Masgaba]], l'architetto africano dei Cesari, Khered eddin Barbarossa, [[Augusto Weber]], {{sic|M.r}} Wemyss col paniere, Spadaro, il Principe del Caucaso, [[Gustavo Giulio Ottone Dobrich|Miradois]], commesso viaggiatore del nuovo spirito Gotico. Poi tutti i miti messi in circolazione per il movimento dei forestieri: il «dolcissimo» vino di Capri con degustazione della poesia di Blaesus; la lana di Capri, la scarpa di Capri, la vera tartaruga di Capri, il vero corallo della [[Grotta Azzurra]], l'onestà tradizionale che fa ritrovare tutti gli oggetti smarriti appesi ad un chiodo, in Chiesa.<br>Amatori del genere, nutritevi di tutti questi miti; noi facciamo del nostro meglio per confezionarne dei nuovi, ogni volta che se ne presenta l'occasione. Ma godeteveli allegramente e non recitate il ''De profundis'' in questa Capri gioiosa festosa rumorosa spassosa; pensate che l'isola deve trasportare, sul mare delle chimere, un carico leggero di capi scarichi, e tutta la zavorra dei luoghi comuni minaccia di farla affondare.
*Stanco dal lungo viaggio nella Preistoria, l'Indagatore riprese la via del ritorno e giunto all'età mitica riaprì gli occhi e guardò attraverso l'ampia fenditura della Grotta delle Felci che affaccia sul mare e sovrasta la Piccola Marina – quel paesaggio ancora favoloso, vibrante di ricordi omerici.<br>Ma che avveniva?<br>Dal mare odisseo veniva l'eco di un canto antico, dalla costa, tutt'intorno, riverberava il suono della più dolce melopea che abbia mai cullato i sogni degli uomini. Lo Scoglio delle Sirene s'era improvvisamente popolato di esseri favolosi... vaghissime fanciulle che, a differenza delle bagnanti usuali nei loro indecorosi costumi, vi si diportavano completamente, decentemente ignude.<br>Dalla nebbia sciroccosa del passato era emerso un [[w:pentacotero|pentacotero]] dalla sagoma pelagica che a voga forzata arrancava verso il lido. [[Ulisse]], legato all'albero, smaniava...<br>–Che vuol dire tutto ciò? – mormorò trasognato l'Indagatore, lasciandosi sfuggire dalle mani la calotta cranica dell'Uomo Primitivo.<br>Il frammento di cranio, battendo sul suolo, rimbalzò e sussultando, con una voce lontana che veniva dalla Preistoria disse:<br>– È il Mito; il primo mito di questo Mare e di quest'Isola: la più bella favola del mondo. ([[Edwin Cerio]])
 
====[[Ferdinand Gregorovius]]====