Renato Fucini: differenze tra le versioni

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==Citazioni di Renato Fucini==
*''Du' minuti avanti di morì | Parepare na bu..., ma era vivo!'' (da ''La morte improvvisa'')
*''Levato quer viziaccio di rubbare | San Ranieri è 'n gran santo di ve' boni''. (da ''San Ranieri miraoloso'')
*''Poveri [[frate|frati]]! avvezzi a nun fa' niente, | Chichi sa quanti ne stianta dar dolore''. (da ''La soppressione de 'onventi'', son. LXVII)
 
==''Napoli a occhio nudo, {{small|Lettere a un amico}}''==
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===Citazioni===
*Roma è troppo grande per la mia piccolezza [...]. (p. 2) <ref name=Petrus>Citato anche in Pierro, 2000.</ref>)
*Strano paese è questo! Quale impasto bizzarro di bellissimo e di orrendo, di eccellente e di pessimo, di gradevole e di nauseante. L'effetto che l'animo riceve da un tale insieme è come se si chiudessero e si riaprissero continuamente gli occhi: tenebre e luce, luce e tenebre. (pp. 5-6) <ref name=Petrus />)
*Lo spirito di una indipendenza primitiva regna assoluto; ognuno fa quel che crede e quel che più gli accomoda senza curarsi se sarà ridicolo o se arrecherà molestia. (p. 6) <ref name=Petrus/> )
*Nessun paese al mondo, io credo, conserva al pari di Napoli così scarsa e non pregevole quantità dì tracce monumentali delle dinastie che vi si sono succedute nel dominio. La ragione di questo fatto credo non possa ripetersi altro che dalla breve durata delle singole occupazioni, e, più che da questo, dalle lotte continue che gl'invasori hanno dovuto sostenere fra loro per contrastarsi accanitamente questa agognata regione, tantoché le arti della guerra mai non hanno dato una tregua abbastanza lunga, da permettere l'incremento di quelle della pace, che ogni invasore avrebbe potuto, o buone o cattive, trapiantarvi dal proprio paese. (pp. 9-10) <ref name=Petrus/> )
*Quante volte dal folto di questo pandemonio, allorché udivo appena il cannone di Sant'Elmo scaricato a mezzogiorno negli orecchi di Napoli, ho mandato un pensiero e un sospiro alla languida signora dell'Adriatico, ai suoi vuoti palazzi ed al silenzio de' suoi canali che lascia intendere il fiotto dei remi d'una gondola lontana e il tubare de' colombi su le cuspidi delle sue torri affilate! − Bellissime ambedue queste regine del mare, ma quanto diversamente belle! − Su la laguna posa languidamente la bellissima e pallida matrona, stanca sotto il peso degli anni, povera in mezzo alle sue gemme, ma ricca d'orgoglio per antica nobiltà. Ai piedi del Vesuvio, la voluttuosa e procace Almea, balla in ciabatte la tarantella, e canta e suda povera di tutto, ma ricca di speranze, di giovinezza e di sangue. Quella si nutrisce di mestizia e di gloria; questa, di maccheroni e di luce. Quella coperta di laceri broccati, ma lindi; questa seminuda e lercia, dalle ciabatte sfondate alla folta chioma nerissima ed arruffata. (p. 18)
*S'io ti dovessi dipingere i colori del camaleonte o disegnarti le forme di Proteo, in verità mi sentirei meno imbrogliato che a darti una netta definizione di quello che mi è sembrato essere il carattere di questo popolo.<br/>È così instabile, così pieno di {{sic|contradizioni}}; si presenta sotto tanti e così disparati aspetti dagli infiniti punti di vista da cui può essere osservato, che su le prime è impossibile raccapezzarsi. Ad un tratto ti sembreranno ingenue creature e ti sentirai portato ad amarle; non avrai anche finito di concepire questo sentimento che ti appariranno furfanti matricolati. Ora laboriosissimi per parerti dopo accidiosi; talvolta sobrii come Arabi del deserto, tal'altra intemperanti come {{sic|parasiti}}; audaci e generosi in un'azione, egoisti e vigliacchi in un'altra. Passano dal riso al pianto, dalla gioja più schietta all'ira più forsennata, con la massima rapidità, per modo che in un momento li crederesti deboli donne o fanciulli, in un altro, uomini in tutto il vigore della parola; insomma, la loro indole non saprei in massima definirla altro che con la parola: ''anguilliforme'', poiché ti guizza, ti scivola così rapidamente da ogni parte che quando credi d'averla afferrata, allora proprio è quando ti scapola e ti lascia con tanto di naso e con le mani in mano. (pp. 19-20)
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*Il [[Sorrento]] dei poeti non è Sorrento, ma la strada che conduce a Sorrento.<br/>E questa strada è maravigliosa. (p. 43) <ref name=Petrus/>
*Tutto è intonato in questa beata regione : il cielo, il mare e la terra rivaleggiano di splendore, di luce e di vita ; l'uomo solo rimane inferiore in questa artistica gara e quanto al di sotto! (p. 47) <ref name=Petrus/>
*Sei già stato ad Amalfi? — mi domandarono subito. — Sì. — Diccene, diccene qualche cosa, perché prima di tornare alle nostre case, vogliamo andarvi anche noi. — Andatevi e farete bene, ma andatevi dopo d'aver visto tutte le bellezze dei prossimi dintorni di [[Napoli]], perché la costiera d' [[Amalfi]] vi farà lo stesso effetto che a guardar fìssi nel disco del Sole; vi troverete abbagliati e per qualche tempo non sarete capaci di veder altro. (p. 48) <ref name=Petrus/>
*Se poi mi domandate in che consiste tanta bellezza, io vi risponderò come se mi aveste domandato: perché i poemi d'[[Omero]] sono belli? I poemi d'Omero son belli, perché sono belli, e se qualcuno volesse provarvelo con altri argomenti, ditegli che non capisce nulla e non avrete sbagliato. (p. 48) <ref name=Petrus/>
*Il giorno del giudizio, per gli Amalfitani che andranno in Paradiso, sarà un giorno come tutti gli altri. (p. 50) <ref name=Petrus/>
*Non me lo permise. Era un Francese e tanto basta, per capire che doveva essere una persona gentile; ma, del resto, non capiva nulla. (p. 50) <ref name=Petrus/>
*[...] mi accolsero con quella ospitalità larga, piena e spontanea, la quale, almeno per noi persone civili, è diventata ormai qualche cosa che va cercata come il fungo [[porcino]]: O ne' boschi o nulla. (p. 81) <ref name=Petrus/>
*[...] e che le grandi gioie dell' animo somiglian troppo al dolore, tanto è impastata male questa povera creta umana. (p. 110) <ref name=Petrus/>
*Togliete a [[Napoli]] il [[Vesuvio]], e la voce incantata della sirena avrà perduto per voi le sue più dolci armonie. (p. 121) <ref name=Petrus/>
*Il fascino di questo abbrustolito Prometeo {{NDR|Vesuvio}}, che ravviva con la sua anima di fuoco tutte le membra della bellissima sfinge posata voluttuosamente ai sui piedi, è qualche cosa di strano, qualche cosa di irresistibile.<br>Scendete alla riva di Santa Lucia, o a [[Mergellina]]; salite alla rocca di Sant'Elmo, al [[Vomero]], a [[Posillipo]], a Capodimonte, od in qualunque altro luogo, donde si scorga la sua mole fantastica, e contemplate. (pp. 121-122) <ref name=Petrus/>
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===Citazioni===
*''Dimmelo te, gran Dio... Ma il mio lamento<br>Vola | vola e si perde sull'ali del vento''. (p. 20)
*''Se ancor, dolcezza mia, non lo sapete<br>Dove | dove per me s'è aperto il Paradiso<br>Guardatevi | guardatevi allo specchio e lo vedrete<br>Tutto | tutto dinanzi a voi nel vostro viso...'' (p. 47)
*''Né lingua né becco, né gola non ha...<br>Povero | povero [[merlo]]! come farà a cantà?'' (p. 51)
 
==[[Incipit]] di ''Il ciuco di Melesecche''==