Michel de Montaigne: differenze tra le versioni

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*[...] il contagio è pericolosissimo nella folla. Bisogna o imitare i viziosi o odiarli. (XXXIX; 2012, p. 427)
:[...] ''la contagion est très dangereuse en la presse. Il faut ou imiter les vicieux, ou les haïr''. (2012; p. 426)
*Non c'è cosa tanto poco socievole e tanto socievole come l'uomo: questo per vizio, quello per natura. (XXXIX; 2012, p. 427)
:''Il n'est rien si dissociable et sociable que l'homme : l'un par son vice, l'autre par sa nature''. (2012, p. 426)
*Bisogna riservarsi una retrobottega tutta nostra, del tutto indipendente, nella quale stabilire la nostra vera [[libertà]], il nostro principale ritiro e la nostra [[solitudine]]. Là noi dobbiamo trattenerci abitualmente con noi stessi, e tanto privatamente che nessuna conversazione o comunicazione con altri vi trovi luogo; ivi discorrere e ridere come se fossimo senza moglie, senza figli e senza sostanze, senza seguito e senza servitori, affinché, quando verrà il momento di perderli, non ci riesca nuovo il farne a meno. Abbiamo un'anima capace di ripiegarsi in se stessa: può farsi compagnia, ha i mezzi per assalire e per difendere, per ricevere e per donare; non dobbiamo temere di marcire d'ozio noioso in questa solitudine. (XXXIX; 2012, p. 433)
*Io non giudico il filosofo Arcesilao meno austero perché so che si serviva di utensili d'oro e d'argento, secondo che lo stato dei suoi beni glielo permetteva; e lo stimo più per averne usato con [[moderazione]] e liberalità, che se se ne fosse privato. (XXXIX; 2012, p. 437)
*[...] è un gran riposo per lo spirito non dover far altro che seguire una via tracciata e non rispondere che di se stesso [...]. (XLII; 2012, p. 473)
:[...] ''il est bien plus aisé et plus plaisant de suivre que de guider : et que c'est un grand séjour d'esprit de n'avoir à tenir qu'une voie tracée, et à répondre que de soi'' [...]. (2012, p. 472)
*[...] non è vittoria quella che non mette fine alla guerra. (XLVII; 2012, p. 503)
:[...] ''ce n'est pas victoire, si elle ne met fin à la guerre.'' (2012, p. 502)
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*Per cui è chiaro che non è per un vero ragionamento, ma per una folle superbia e ostinazione che ci mettiamo al di sopra degli altri animali e ci isoliamo dalla loro condizione e compagnia. (XII; 2014)
*[...] [[Crantore]] aveva certo ragione di combattere l'assenza di [[dolore]] di [[Epicuro]], se la si stabiliva così profonda da non avvertire nemmeno le avvisaglie e la nascita dei mali. Io non approvo affatto questa assenza del dolore che non è né possibile né desiderabile. Sono contento di non essere malato ma se lo sono voglio sapere che lo sono, e se mi cauterizzano o mi incidono, voglio sentirlo. Invero, chi sradicasse la cognizione del male, estirperebbe contemporaneamente la cognizione del piacere, e infine annienterebbe l'uomo. (XII; 2012, p. 891)
*[...] qualsiasi apparenza di verità vi sia nella novità, non cambio facilmente, per la paura che ho di perdere nel cambio. (XII; 2012, pp. 1047 e 1049)
:''quelque apparence qu'il y ait en la nouvelleté, je ne change pas aisément, de peur que j'ai de perdre au change.'' (2012, pp. 1046 e 1048)
*«Accetta» dice l'[[Ecclesiaste]]<ref>Citazione molto approssimativa, iscritta su una trave della biblioteca di Montaigne, di ''Ecclesiaste'', 3, 22.</ref> «di buon grado le cose con l'aspetto e col sapore con cui ti si presentano, giorno per giorno: il rimanente è fuori della tua conoscenza». (XII; 2014)
*Quanto alla [[guerra]], che è la più grande e pomposa delle azioni umane, mi piacerebbe sapere se vogliamo servircene come prova di qualche nostra prerogativa, o al contrario come testimonianza della nostra debolezza e imperfezione. (XII; 2014)
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*È molto più facile accusare un sesso che scusare l'altro. Come si dice: la padella dice nero al paiolo. (V; 2014)
*Che cosa ha fatto agli uomini l'atto genitale, così naturale, così necessario e così giusto, perché non si osi parlarne senza vergogna e lo si escluda dai discorsi seri e moderati? Noi pronunciamo arditamente: uccidere, rubare, tradire; e questo, non oseremmo dirlo che fra i denti. Vuol dire che meno ne esprimiamo in parola, più abbiamo diritto d'ingrandirne il pensiero? (V; 2012, p. 1567)
*Non è più tempo di recalcitrare quando ci si è lasciati imbrigliare. (V; 2012, p. 1577)
:''Il n'est plus temps de regimber quand on s'est laissé entraver''. (2012, p. 1576)
*[...] il senso chiarisce e produce le parole. (V; 2012, p. 1619)
*Tutti mi riconoscono nel mio libro, e il mio libro in me. (V; 2012, p. 1623)