Jorge Luis Borges: differenze tra le versioni

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*Si [[leggere|legge]] quello che piace leggere, ma non si scrive quello che si vorrebbe scrivere, bensì quello che si è capaci di scrivere.<ref>Da ''Il credo di un poeta''; citato in ''Poesia'', anno XIV, maggio 2001, n. 150, Crocetti Editore.</ref>
*Sospetto che [[Giovanni Papini|Papini]] sia stato immeritatamente dimenticato.<ref>Dalla prefazione a Giovanni Papini, ''Lo specchio che fugge'', a cura di J. L. Borges, Franco Maria Ricci, Parma-Milano, 1975.</ref>
*Su un muro vidi uno scaffale. Aprii un volume a caso; i caratteri erano chiari e indecifrabili, e tracciati a mano... Pensai che gli uomini del futuro erano non solo più alti, ma anche più abili. Istintivamente guardai le dita lunghe e sottili dell'uomo. Lui mi disse: "Ora ti mostrerò qualcosa che non hai mai visto". Mi tese con cura un esemplare dell'Utopia di [[Tommaso Moro|Moro]], stampato a Basilea nel 1518, a cui mancavano pagine e tavole. Lessi il titolo a voce alta. L'altro rise. "Nessuno può leggere duemila libri. Nei miei quattro secoli di vita non avrò superato la mezza dozzina. E poi l'importante non è leggere, ma rileggere. La stampa, ora abolita, è stata uno dei peggiori mali dell'uomo, perché tendeva a moltiplicare testi superflui fino alla vertigine".<ref>Da ''Il libro di sabbia'', a cura di Tommaso Scarano, traduzione di Ilide Carmignani, Biblioteca Adelphi, 2006, p. 76.</ref>
<ref>Da ''Il libro di sabbia'', a cura di Tommaso Scarano, traduzione di Ilide Carmignani, Biblioteca Adelphi, 2006, p. 76.</ref>
*Vedo me stesso essenzialmente come un lettore. Mi è accaduto di avventurarmi a scrivere, ma ritengo che quello che ho letto sia molto più importante di quello che ho scritto.<ref>Da ''Il credo di un poeta''; citato in ''Poesia'', anno XIV, maggio 2001, n. 150, Crocetti Editore.</ref>
 
{{Int|Dall'intervista di Arrigo Levi|citato in [http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,libera/action,viewer/Itemid,3/page,1/articleid,1063_01_1980_0123_0001_15122898/ ''La crisi di un'Europa espatriata''], ''La Stampa'', 7 giugno 1980}}
{{Intestazione|Dall'intervista di Marcello Staglieno, ''Sono un amanuense dello Spirito e della Musa'', ''Prospettive libri'', aprile 1981, pp. 3-5}}
*Non posso spiegarle il mio Paese, perché non lo capisco, come a volte non capisco me stesso. Se vuole una spiegazione, posso inventarne più di una. Amo l'Argentina, ma non la capisco, come non capisco l'universo.
*La mia posizione sull'Argentina è puramente etica. Non posso ignorare il grave problema morale che si è imposto nel Paese, tanto col terrorismo come la repressione. In nessun modo posso tacere di fronte a questi morti, a questi scomparsi. Non approvo alcuna forma di lotta in cui il fine giustifichi i mezzi: il fine non giustifica mai i mezzi.
*Posso dirle solo questo. Che la repressione è stata anch'essa forma di terrorismo: due terrorismi, di sinistra e di destra. Quando si arresta la gente, ma poi non la si sottopone a giustizio, non posso tacere. Mi si dice: uno non deve dire queste cose, per salvare l'immagine del suo Paese. Ma la realtà è più importante dell'immagine.
*Questo governo è nazionalista, e io non lo sono. È cattolico, e io non sono nemmeno sicuro d'essere cristiano e se lo fossi non sarei cattolico.
*Nell'Ottocento il dittatore Rosas fece fucilare uno zio di mio nonno contro il paredón del cimitero della Recoleta, che c'è ancora verso la calle Pueyrredón: obbligarono il figlio undicenne ad assistere. Anche un mio nonno, il colonnello Borges, finì ucciso. Ma quanti altri Paesi non hanno avuto una storia egualmente crudele?
 
{{IntestazioneInt|Dall'intervista di Marcello Staglieno,|citato in ''Sono un amanuense dello Spirito e della Musa'', ''Prospettive libri'', aprile 1981, pp. 3-5}}
*All'Odissea ho sempre preferito l'Iliade, dove l'eroe non è però Achille, bensì Ettore. Sì, ho simpatia, come Tocqueville, per i vinti, i reietti, i ''wriked'', purché a riscattarli intervenga, come nei personaggi di Conrad, l'[[individualismo]]: e quella categoria dello spirito iberico che è ''el honor''. Per questo, nelle mie poesie non mancano riferimenti a personaggi sconfitti dalla vita, ma salvi davanti a se stessi. Per esempio nei versi da me dedicati a un soldato confederato del remoto Sud, morto combattendo per il generale [[Robert Edward Lee|Lee]]: ''Sei piedi di terra saranno la tua gloria, | il dolman grigio si chiazzò del tuo sangue | mentre alta s'agitava la bandiera''.
*Amo l'asciuttezza ironica di Voltaire, la prosa e la struttura romanzesca di Stevenson; e poi il senso dell'onore individuale che anima tutti i personaggi di Conrad che per me, come lo fu per Eliot il grande Pound, è stato a posteriori "il miglior fabbro". Come dimenticare Lord Jim.