Fabrizio Benedetti: differenze tra le versioni

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* Il [[dolore]] è una vera e propria funzione dell'organismo che ha lo scopo di difesa nel confronti di stimoli nocivi che si trovano nell'ambiente. [...] La dimostrazione più chiara [di ciò] è data da una malattia ereditaria rara, chiamata insensibilità congenita al dolore.
* Ma un dolore fisiologico, di per se indispensabile alla difesa dell'individuo e quindi alla sopravvivenza, diventa a volte inutile (alla [[sopravvivenza]] stessa) se prolungato nel tempo: parliamo di dolore cronico.[...] Il dolore cronico può insorgere anche in assenza di qualsiasi stimolo nocivo. In tal senso, rappresenta una trasformazione del dolore acuto, il quale lascia una forma di traccia mnemonica che perdura nel tempo. E'È una forma di memoria cattiva, risultato in questo caso di un evento negativo. Ad oggi non sappiamo bene perché questa forma di [[memoria]] di un dolore acuto permanga nel tempo, a volte tutta la vita.
* Secondo la definizione più accettata e più diffusa, il dolore è un'esperienza sensoriale ed emotiva spiacevole associata a un danno reale o potenziale, o descritta in termini di tale danno. [Quindi] il dolore può essere percepito in presenza di un danno a un tessuto ma anche in assenza di un danno vero e proprio. In quest'ultimo caso si ha per esempio il dolore psicogeno, cioè creato esclusivamente nella psiche.
*Il dolore rappresenta un'[[esperienza]] complessa, dalle mille sfaccettature, intrisa e influenzata da molteplici significati simbolici, tutti costituiti da quegli elementi psicologici e sociali che fanno parte della nostra vita di relazione