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===Citazioni===
*Il [[Giordano Bruno|Bruno]] era stato in [[Praga]] nel 1588 ed aveva dedicato a quel singolare imperatore, che fu [[Rodolfo II del Sacro Romano Impero|Rodolfo II]], centocinquanta tesi di geometria, riportandone assai generosa rimunerazione. Tre lustri dopo dimorava nella stessa città il più insigne matematico ed astronomo dei tempi moderni, il [[Giovanni Keplero|Keplero]], dal cui nome s'intitola la gran legge che misura le orbite percorse dai corpi celesti. Il [[Giovanni Keplero|Keplero]] si assomigliava al [[Giordano Bruno|Bruno]] in molte cose e segnatamente nella forza d'immaginazione, nell'intuizione poetica e nell'indipendenza dell'animo. Povero quanto il Nolano e come questi travagliatissimo, seppe nulladimeno lottare coraggiosamente contro ogni ostacolo e levarsi al disopra di tutto e di tutti. Stando in [[Praga]] ebbe comodità di ragionare del Bruno e di leggerne le principali opere. Onde non solo ne estimava convenientemente l'ingegno, ma professavasi altresì seguace di taluna delle opinioni di lui. Documento non dubbio del suo amore per il [[Giordano Bruno|Bruno]] è la lettera di [[Martino Hasdale]], nella quale questi significa a [[Galileo Galilei|Galileo]] come il [[Giovanni Keplero|Keplero]] si lagnasse che esso (Galileo) avesse dimenticato di far lodevole commemorazione nel suo ''Nunzio Sidereo'' del Nolano. (p. 8)
*{{NDR|[[Giordano Bruno]]}} Il cielo di [[Nola]], i suoi colli, i suoi campi, la festività degli abitanti sono le prime e non più cancellate reminiscenze della sua infanzia. Egli ama svisceratamente questa sua terra natale, e non rifinisce di lodarla semprechèsempreché gli viene in concio di favellarne. (p. 38)
*[[Nola]], città della [[Campania|Campagna Felice]] fra le più antiche dell'[[Italia]], sorge a breve distanza da [[Napoli]] e da [[Caserta]] in una pianura, cui formano quasi corona S. Elmo, S. Paolo e Casamarciano . Essa guarda verso mezzodì il [[Vesuvio]], a settentrione i monti di Avella e di Roccarainola, ad oriente i Colli di Cicala. Ebbe già anticamente dodici porte con mura magnifiche e con torri elevate e forti, che tutta in giro la cingevano, e per le quali poté resistere a lunghi ed iterati assedii. (p. 39)
*{{NDR|I [[Nola]]ni}} Amavano la filosofia, le lettere, le belle arti e la mercatura, alla quale non pochi fra i più cospicui cittadini andavano debitori della loro fortuna. Si piacevano del dire ornato e senza rusticità e delle belle maniere. Coltivavano in modo speciale l'agronomia, come ci fanno testimonianza gli strumenti rurali che con molta maestria si fabbricavano in [[Nola]]. Vestivano con eleganza, vivevano lautamente, esercitavano con larghezza la ospitalità, le donne facevano pompa di collane e di gemme preziose, le case erano addobbate con gusto. La loro conversazione argilta, sarcastica e forse più sciolta, die non si convenisse, ricordava ad un tempo e la origine greca e la breve distanza che separava l'agro nolano dalla culla delle ''favole [[Orta d'Atella|atellane]]''. Nella celebrazione de' matrimonii, negli spettacoli, nelle feste popolari e persino nei riti religiosi mantenevansi gagliardi gli usi antichi Per lo che in Nola, più che nelle altre città della [[Magna Grecia]], sentivasi potente l'alito e l'influsso della civiltà greco-latina. (p. 40-41)