Pierangelo Baratono: differenze tra le versioni

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*Bisogna osservare che nella borghesia ricca di [[Genova]] predomina un elemento popolano, che del popolo ha conservato i vizii e dimenticate le virtù. Sono lavoratori infaticabili, giunti alla potenza a forza di energia e di risparmio, i quali conservano ancora nel corpo tozzo, nelle maniere grossolane e nelle mani indurite i segni del loro passato. Come in una tromba aspirante essi hanno trascinato dietro la loro fortuna la famiglia, comprese le mogli, oneste ex-bisagnine, buone diavolaccie in fondo, malgrado la prosopopea apparente e la smania di lusso. (p. 161)
*Il [[Genova|genovese]] ricco, per quanto diffidente, è come il contadino e si lascia facilmente ingannare da un cumulo di buone apparenze. Perciò, pullulano in Genova gli scrocconi, quasi tutti muniti di un titolo nobiliare più o meno autentico e di una faccia tosta a prova di bomba. Essi sanno il loro potere e corrono di salotto in salotto a prodigare le loro grazie e le loro stoccate. (p. 162)
*Affrontiamo un altro lato caratteristico della vita genovese, il bigottismo. In [[Genova]] la chiesa occupa un posto importantissimo. L'esercito delle sottane nere comanda a bacchetta, sia che inspiri le parole in Consiglio, sia che diriga gli avvenimenti nel seno delle famiglie. Il fenomeno si spiega con la poca istruzione generale, ma anche col carattere proprio delle città marinare che, o per atavismo o per sentimentalità personali, si professano devote al culto di Dio.<br>La donna, vecchia o giovane, è la prima vittima del miraggio. Essa frequenta le messe, ascolta rispettosa le parole e i consigli del confessore e in tutto cerca di mantenersi in buona pace con l'altro mondo. La sua influenza sull'uomo, considerevole ovunque, in Genova trova maggior terreno per estendersi, poichèpoiché la politica clericale è quella adottata dall'ambiente. Da ciò quell'apparenza untuosa, che informa le conversazioni e il modo di agire di ognuno. (pp. 168-169)
*Oh, la [[bontà]]! La più spregevole delle virtù! Un uomo buono è uno zero, per me. Preferisco il delinquente, che prepara arditamente il suo colpo e ha il coraggio di compiere l'assassinio. Tu, non saresti neanche capace di uccidermi, se mi trovassi nelle braccia di un altro. (Anna, p. 174)