David Thomson (storico): differenze tra le versioni

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*In occasione della sua prima grande rivista a Longchamps il 14 luglio 1886 (anniversario della presa della Bastiglia), [[Georges Boulanger|Boulanger]] fu acclamato come un idolo popolare: egli era il beniamino delle folle, che stava dando al popolo un esercito popolare e un ispirato esempio di guida repubblicana. Divenne l'eroe delle riviste teatrali, oltre che di quelle militari, e nei caffè-concerto si presero a cantare le sue lodi. Nessuno, dal tempo di Gambetta, era riuscito così bene a conquistare l'immaginazione e il cuore della gente comune. Si venne creando una ''mystique'' del boulangismo. La popolarità di Boulanger dipendeva in parte dal fatto che il nuovo esercito modello significava una possibilità di ''revanche''<ref>Rispetto all'esito della guerra franco-prussiana del 1870-71.</ref>. E questo era il punto cruciale. (cap. 4, La visione nazionale, pp. 168-169)
 
*Chiunque studi lo sforzo bellico compiuto dalla Francia fra il 1914 e il 1918<ref>Gli anni della prima guerra mondiale.</ref> non può non sentirsi riempire di ammirazione. Nonostante i gravi handicap – crisi demografica e inadeguata preparazione militare; Sedan e le estorsioni del trattatoTrattato di Francoforte<ref>Trattato che mise fine alla guerra franco-prussiana del 1870-1871.</ref> erano relativamente recenti; il paese era ancora esausto per la tensione e le lotte dell'affare Dreyfus e per le agitazioni sociali prebelliche – il popolo francese si strinse compatto contro l'invasione, il disastro e la guerra totale, mostrando grande coraggio e una sorprendente solidarietà. «La patria in pericolo» esercitò ancora il suo fascino, e la solidarietà nazionale si dimostrò superiore allo spirito di parte. (cap. 5, La sfida moderna, pp. 197-198)
 
*Il [[Governo di Vichy|regime di Vichy]] fu instaurato nell'intervallo fra Dunkerque e la battaglia di Gran Bretagna, quando la maggior parte degli esperti militari e dei politici francesi – e non solo francesi – ritenevano che il conflitto sarebbe presto finito, che la Germania avesse già vinto la guerra e fosse in procinto di instaurare l'«Ordine Nuovo» nazista in Europa. (cap. 6, In pieno scisma, p. 241)