Herman Melville: differenze tra le versioni

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==Citazioni su Herman Melville==
*Melville è per gli oceani del mondo quello che Omero è per il Mediterraneo orientale. In un formidabile romanzo, ''Moby Dick'' (1851), egli ha scritto la storia della grande balena Moby Dick e del suo cacciatore, il capitano Achab, e creato così il più grande epos dell'oceano in quanto elemento. ([[Carl Schmitt]])
*Nel 1852, prostrato dall'insuccesso dell'ultimo romanzo, che noi giudichiamo il suo capolavoro, si guardò allo specchio e vide l'immagine del fallito perfetto. Diventò l'uomo più solo del mondo, come Gesù. Aveva trentatré anni, ma non poté morire. Invece di morire viaggiò, come se viaggiare fosse un'altra versione della morte. Tornava alla sua prima vita di marinaio avventuroso e esperto baleniere, ma senza più illusioni. Raggiunse l'arcipelago vulcanico delle [[Galapagos]]Galápagos, che i primi navigatori avevano battezzato ''Islas Encantadas'', e vi trovò la tetraggine dell'inferno. [...] Incontrò le grandi [[tartaruga|tartarughe]]. Quelle, che avevano sbalordito [[Darwin]], lui le paragonò a una stirpe di [[Dante|dannati danteschi]]. Vide che incespicano eroicamente nelle rocce, che disperatamente si dibattono e premono per spostarle. «La suprema loro maledizione» scrisse, «è il fatale impulso a tirare dritto in un mondo ingombro di ostacoli». Capì che l'estenuante storia della Natura non differisce minimamente da quella degli uomini, la sua e la nostra. ([[Eugenio Baroncelli]])
 
==Note==