Anwar al-Sadat: differenze tra le versioni

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{{Premio|Nobel|la pace '''(1978)'''}}
[[File:Anwar Sadat 1978.jpg|thumb|A. al-Sadat nel 1978]]
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'''Muhammad Anwar al-Sādāt''' (1918 – 1981), politico egiziano.
 
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*Avevamo invocato un dittatore benevolo, un giusto tiranno; ma, quando ci trovammo ad averne uno, ci rendemmo conto che il sistema, sebbene esteriormente non mancasse di attrattive, era un edificio costruito sulla sabbia, ed era affatto logico che quanto prima crollasse. Il tratto peggiore di tale esperienza, tuttavia, non fu il disastro economico dell'Egitto né l'umiliante situazione militare in cui venimmo a trovarci, bensì la montagna di odio che andò accumulandosi in seguito al tentativo di costruire una comunità basata sul potere. A causa dell'assenza di valori umani in comunità del genere, coloro che ne fanno parte sono preoccupati, ripeto, soltanto nel successo esteriore; mirano ad assicurarsi tutti i vantaggi materiali che possono, con mezzi legali o non, anche se questo comporta la distruzione di altri. (p. 91)
*Finché un uomo ha bisogni materiali – finché desidera [[possesso|possedere]] questa o quella cosa –, nulla in realtà gli apparterrà mai; sarà sempre lui ad appartenere alle «cose». E chi sia schiavo di queste, non esiste come essere umano; soltanto quando abbia cessato di avere bisogno delle cose, un uomo può essere davvero il proprio padrone, e pertanto esistere realmente. (p. 92)
*Le grandi [[sofferenza|sofferenze]] edificano l'essere umano, gli permettono di raggiungere l'autoconoscienzaautoconoscenza; e grandi sofferenze inevitabilmente si accompagnano a grandi ideali umani. (p. 93)
 
*L'[[amore]] mi ha aiutato a conoscere me stesso. Quando la mia entità individuale si immerse nella più vasta entità dell'esistenza onnicomprensiva, il mio punto di partenza divenne l'amore per la patria, l'Egitto, l'amore per tutti gli esseri, l'amore per Dio. E dall'amore ho preso le mosse nello svolgimento dei miei doveri, delle mie responsabilità, sia durante gli ultimi mesi trascorsi in prigione, sia nel periodo immediatamente successivo alla mia scarcerazione, e poi quale membro del Consiglio Rivoluzionario Supremo e ora quale presidente egiziano.<br>È per questa ragione che sono instancabile avvocato dell'amore, il quale costituisce la salvaguardia dell'uomo contro tutti gli ostacoli sociali. Chi vive nell'amore, non può non essere dotato di fecondità spirituale. Amare significa dare, e dare significa costruire, mentre odiare equivale a distruggere. (p. 94)