Giuseppe Turani: differenze tra le versioni
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* La crisi {{Ndr|[[Crisi economica del 2008-2014]]}} comincia con un semplice “''battito di ali''” (la crisi sub-prime, di per sé non di dimensioni devastanti), ma diventa poi enorme solo perché la finanza si era allargata a dismisura e aveva trasformato l’arte del debito in una sorta di mega-industria, in cui l’importante era trovare dei possibili creditori (solvibili o no, non ha importanza) perché quello che contava era allargare il giro d’affari e intascare le commissioni.<ref>Da ''Viva il capitalismo'', Milano, Sperling & Kupfer, 2009. </ref>
*Nel [[Sessantotto]] (c’ero e me lo ricordo bene) la lotta contro le classi dominanti, contro i santuari della cultura paludata, contro i “baroni” dell’università, contro il perbenismo borghese (allora si chiamava così) era animata dal bisogno di espressione di una generazione nata dopo la guerra, che non aveva vissuto la guerra, e voleva girare pagina rispetto a tutto quanto di poco commendevole il Novecento aveva prodotto fino ad allora.<ref>Da ''[[Totò contro Maciste]]'', ''uominiebusiness.it'', 29 ottobre 2018.</ref>
*Non voglio fare della retorica, ma giova ricordare che
*Si è mai visto un sistema sociale-economico moderno senza un buon sistema bancario? No. In America hanno fatto fallire la Lehman, per sbaglio, poi non hanno più fatto fallire niente. Anche aziende dieci volte grandi le hanno salvate. Il perché dovrebbe essere ovvio persino a gente che passa il tempo a fare propaganda: se fallisce un’impresa industriale, è grave, ma si tratta di 1 impresa. Se fallisce una [[banca]], di imprese se ne può tirare dietro anche dieci mila (e magari centomila risparmiatori).<ref>Da ''[http://www.uominiebusiness.it/default.aspx?c=635&a=27100&tag=29-09-2018-DiMaioilsemilavorato Di Maio semilavorato]'', ''uominiebusiness.it'', 29 settembre 2018.</ref>
== Note ==
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