Javier Negrete: differenze tra le versioni
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Creata pagina con "'''Javier Negrete''' (Madrid, 1964), scrittore e docente spagnolo. ==Incipit di alcune opere== ===''La regina del Nilo''=== ====''Il trono d'Egitto''==== La notte in cui co..." |
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====''Il trono d'Egitto''====
La notte in cui
Per quanto potesse solo intuirlo, l'acqua che lambiva il suo corpo aveva iniziato un prodigioso viaggio settimane prima, alla fine della primavera, a migliaia di chilometri a sud dell'Egitto.
====''L'amante dell'imperatore''====
Claudio Nerone era un patrizio di stirpe blasonata quanto quella di Cesare, dal momento che apparteneva alla ''gens'' Claudia, una delle più antiche di Roma. E anche più arroganti. Durante la Prima guerra punica, uno dei membri della sua ''gens'', Publio Claudio Pulcro, aveva addirittura fatto gettare dalla barca i polli sacri che si rifiutavano di mangiare l'offa, la focaccia consacrata. Invece di rimandare la battaglia per il presagio nefasto, aveva sentenziato:
====''Il rogo delle piramidi''====
Si alzò dal letto mugugnando: vista sfocata, testa pesante, stomaco sottosopra e bocca impastata. Per l'ennesima volta si disse che alla sua età doveva mangiare e bere meno prima di andare a letto. Una delle frasi ricorrenti del padre era <<Di grandi cene le tombe sono piene>>. Certo, era pur vero che lo ripeteva sempre davanti agli amici per giustificare la penuria di cibo in tavola. Sebbene Gneo Pompeo Strabone fosse stato l'uomo più ricco del Piceno, la sua tirchieria era proverbiale.
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''Anno 1 della 114<sup>a</sup> olimpiade. 431 ab urbe condita''<ref>27 maggio del 323 a.C</ref>
Perdicca, capo della cavalleria dei Compagni del Re, si scostò un po' da Rossane perché tra loro passasse un po' d'aria ad asciugare il sudore deii corpi. Si sedette con le gambe incrociate e contemplò la giovane. Era nuda, come lui, con le braccia e le cosce aperte per evitare il contatto fastidioso della pelle bagnata. Figlia di un satrapo della Battriana, aveva ereditato dalla madre india una carnagione più scura di quella che di solito piaceva a greci e macedoni, ma Perdicca, dopo tanti anni in Asia, ci si era abituato e iniziava a trovare scialba la pelle troppo bianca. Allungò una mano e le accarezzò la pancia, tesa come un tamburo e più calda del resto del corpo. Solo lì e nei seni piuttosto gonfi si notava che Rossane era incinta di quattro mesi. Ma quello che aveva perso nelle forme l'aveva guadagnato in profumo e adesso il suo sudore era impregnato di una fragranza che a Perdicca scendeva direttamente dal naso al basso ventre. Nonostante avesse faticato per darle piacere, tornò a eccitarsi: quel suo grugnito di dolore fece ridere Rossane.
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