Patrick Head
ingegnere inglese
Patrick Head (1946 – vivente), ingegnere britannico.
Citazioni di Patrick Head
modifica- [Sulla Benetton B195] Senza essere scortese nei confronti di Damon [Hill] e della Benetton, perché lui è un ottimo pilota e Benetton un ottimo team – credo che Schumacher renda la Benetton migliore di quanto sembri così come Ayrton Senna faceva con la McLaren. È un racer a tutto tondo, che aiuta anche il team a prendere ottime decisioni.[1]
Intervista di Roberto Boccafogli, formulapassion.it, 2 febbraio 2020.
- Ci accorgemmo presto che la FW07 era una vettura potenzialmente molto competitiva. Dopo il debutto in Spagna nel 1979, Clay Ragazzoni fu secondo a Montecarlo dietro la Ferrari di Scheckter, e concluse quel mondiale terzo dietro a Jody e a Gilles Villeneuve. Ma avevamo problemi di affidabilità. Già in Belgio andammo al comando con Jones ma ci fermò un problema all'impianto elettrico. Da metà stagione riuscimmo a mettere tutto insieme nel migliore dei modi e iniziammo a vincere: Clay Regazzoni vinse a Silverstone e Alan centrò altri quattro successi prima di fine anno. Eravamo pronti per combattere per il titolo l'anno successivo.
- [...] la forza della FW07 era una buona gestione dell'effetto suolo. Non abbiamo inventato niente: la Lotus era velocissima grazie a quel sistema già nel '77 e imprendibile un anno dopo con Andretti campione. La potenza di quella monoposto era incredibile. Viaggiava come su un binario. Ebbi la fortuna di sapere che il team di Chapman aveva utilizzato a livello aerodinamico un tunnel in scala ridotta all'Imperial College, a Londra. Prendemmo anche noi quella strada e capimmo subito dai numeri che il sistema era quello che serviva per essere protagonisti nel futuro. Era il periodo delle minigonne: scorrevoli; poi fisse; quindi gradualmente ridotte in efficacia fino a essere bandite concludendo così un'epoca tecnica in F1. E ci trovammo tutti in piena era turbo.
- [«Clay Regazzoni e Alan Jones furono i primi piloti della FW07. Chi dei due fu più decisivo a livello di sviluppo tecnico?»] Per essere sinceri: lo sviluppo di una monoposto lo fanno gli ingegneri, non i piloti. E noi in Williams non facevamo differenza. E poi Alan Jones non era proprio un pilota molto dedicato ai test: lui andava al cento per cento, in gara come in prova; ma gli interessava più finire il suo lavoro e andarsi a bere qualche birra, piuttosto che stare in riunione a discutere a livello tecnico. Era più dedicato Regazzoni: un vero gentleman. Qualsiasi monoposto gli davi, lui lavorava al massimo, dava il massimo, tentava di interagire con i tecnici il più possibile e non si stancava mai. La vera forza di Alan, quella che lo rese un tutt'uno con la monoposto, era la sua forza fisica. La FW07 non aveva servosterzo: in gara era massacrante e Alan era potente a livello di braccia, di polsi, di spalle.
Note
modifica- ↑ Citato in Alessandro Secchi, F1 | Benetton B195: la storia del brutto anatroccolo diventato cigno iridato, p300.it, 15 gennaio 2025.
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