L'uomo del banco dei pegni
film del 1964 diretto da Sidney Lumet
L'uomo del banco dei pegni
Titolo originale |
The Pawnbroker |
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Lingua originale | inglese, spagnolo e tedesco |
Paese | Stati Uniti d'America |
Anno | 1964 |
Genere | Drammatico |
Regia | Sidney Lumet |
Sceneggiatura | Edward Lewis Wallant |
Produttore | Ely Landau |
Interpreti e personaggi | |
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Doppiatori italiani | |
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L'uomo del banco dei pegni, film statunitense del 1964 con Rod Steiger, regia di Sidney Lumet.
Frasi
Citazioni in ordine temporale.
- Tu vuoi imparare il segreto del nostro successo, è esatto? Va bene, te lo insegnerò. Cominci con un periodo di parecchie migliaia di anni durante il quale non hai niente che ti sostenga, all'infuori di una grande e barbuta leggenda. Eecco amico mio, non hai una terra tua dove poter coltivare grano o cacciare, non hai niente, non ti sei fermato abbastanza a lungo per avere dei confini, un'esercito, una patria, hai solo un po' di cervello e quella grande barbuta leggenda per sostenerti e convincerti che sei un essere speciale anche se sei povero. Ma questo, questo po' di cervello è la chiave, vedi con questo po' di cervello compri un pezzetto di stoffa, lo tagli in due e lo vendi per un soldo di più di quello che hai speso. Poi compri un altro pezzo di stoffa, lo tagli in tre e lo vendi con tre soldi di guadagno; ma durante quel periodo non devi mai neanche pensare a comprare un pezzo di pane extra per la tavola o un giocattolo per un figlio. Eh no, devi immediatamente correre a comprare un pezzo di stoffa ancora più grande e via via che questo processo si ripete e si ripete ad un tratto scoprirai una cosa: non hai più nessun desiderio, nessuna tentazione di zappare la terra per coltivarla o di contemplare un paese sconfinato che ti appartengano o no. Tu continui sempre a compiere lo stesso procedimento per secoli e secoli ancora ed ancora e ad un tratto fai una grande scoperta: hai il commercio nel sangue. Sei un commerciante, sei additato come un usuraio, un uomo dalle risorse segrete, uno stregone, uno che presta soldi, uno strozzino, un giudeo, una carogna! (Sol)
- Sono un uomo senza odio, non ho desiderio di vendetta per ciò che mi è stato fatto [internamento], mi sono liberato di ogni emozione, sono al sicuro dentro me stesso, non chiedo e non voglio che un po' di tranquillità. (Sol)
- Io non credo ne in dio, ne all'arte, ne alla scienza, ne ai giornali, ne alla politica, ne alla filosofia. (Sol)
- Primo: il denaro può crescere o diminuire di valore; secondo: il denaro è un rischio ma uno ad un certo momento si rende conto del suo potere; terzo: col denaro puoi comprarti tutto, comodità, lusso, sollievo dal dolore, a volte perfino la vita stessa. (Sol)
- Dopo la velocità della luce che Einstein definisce l'unico assoluto dell'Universo subito dopo io valuto il denaro. (Sol)
- Non sono morto, tutto quello che amavo mi è stato portato via e io non sono morto. (Sol)
- Morirai, ma non quando vuoi tu, non quando lo desideri tanto, il giorno che ti capiterà, sarà proprio quando non avrai voglia. (Rodriguez)
Dialoghi
Citazioni in ordine temporale.
- [Jesus Ortiz indica i numeri tatuati sul braccio di Sol Nazerman]
Jesus: Cos'è quel numero? Una società segreta o roba del genere?
Sol: Già.
Jesus: E che devo fare per iscrivermi?
Sol: Che devi fare per iscriverti? Imparare a camminare sull'acqua.
- Mendel: Colpa, ecco cosa è, la colpa di ritrovarti vivo, e così ti avvolgi in una specie di lenzuolo funebre, e ti illudi di dividere la dignità della morte con quelli che sono morti davvero. Dimmi, ti scorre mai il sangue nelle vene Sol Nazerman? Puoi sentire il dolore?
Sol: No!
Mendel: Tu sei un falso, tu respiri, mangi, cammini, guadagni denaro e ti prendi un sogno e dai in cambio un dollaro, ma non dai mai un briciolo di speranza.
Sol: Io sopravvivo.
Mendel: Sopravvivi? Come sopravvive un vigliacco, e a quale prezzo? Senza amore, ne passioni, ne pietà, morto, Sol Nazerman il morto vivente.
- Jesus: Allora signor maestro, non c'è niente in cui lei crede?
Sol: Al denaro!
Jesus: Allora d'accordo, allora mi insegni tutto sul denaro.
- Jesus: E la vite consiste solo in questo [denaro]?
Sol: Si la vita consiste solo in questo.
Jesus: Insomma, il denaro sarebbe tutto?
Sol: Il denaro è tutto, si.
Citazioni su L'uomo del banco dei pegni
modifica- Il ritratto dell'uomo vulnerato dal lager, postosi fuori del bene e del male, in una posizione di glaciale indifferenza (ma tutta crepe e scricchiolii, tutta fermentazione di ricordi e industria, fin troppo scoperta, di analogie visuali tra il passato e il presente) è tratteggiato con mano ferma e Rod Steiger vi sta, specie nella prima parte, quando la sobrietà gli è comandata, col piglio di un forte interprete. Quel che persuade meno è il modo con cui il ritratto si scandisce in dramma, la parte che vi hanno gli altri personaggi, dura, schematica (stucchevole anche, in quei negri ingenui), evidentemente protesa a sollecitare, oltre il necessario, spiegazioni circa le ombre e le pieghe di quel carattere, e a tessere con lui dialoghi esplicativi che tengono del pistolotto. Anche i ricordi e le visioni del campo — spesso lampeggiate come istantanee — introducono la punta dell'artificio fotografico (e i pigmenti del nudo integrale) in un dramma della coscienza offesa che si sarebbe assai giovato d'uno stile più contenuto e casto. Ma ombre e semitoni non sono il forte d'un regista quale Sidney Lumet, sempre più incline (come si è visto anche ne Il gruppo) all'esplicito per non dire all'effettistico, e sempre meno sordo alle lusinghe d'una rettorica illusoriamente realistica. (Leo Pestelli)
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