Io sono un evaso

film del 1932 diretto da Mervyn LeRoy

Io sono un evaso

Descrizione di questa immagine nella legenda seguente.

Paul Muni in una scena del film

Titolo originale

I Am a Fugitive from a Chain Gang

Lingua originale inglese
Paese Stati Uniti d'America
Anno 1932
Genere drammatico
Regia Mervyn LeRoy
Soggetto Robert Elliott Burns
Sceneggiatura Howard J. Green, Brown Holmes
Produttore Hal B. Wallis
Interpreti e personaggi
Doppiatori italiani

Io sono un evaso, film statunitense del 1932 con Paul Muni, regia di Mervyn LeRoy.

Dialoghi

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  Citazioni in ordine temporale.

  • Robert: Tu non sai quello che dici, ma domani mattina, quando avrai fatto una buona dormita, sarai pronto a riprendere il posto che ti è stato riservato: sarai un soldato di pace, invece che un soldato di guerra.
    James: Ma io non voglio essere un soldato di niente! Vedi, mamma, io voglio evadere, rendermi indipendente: ne ho abbastanza di tirare la carretta.
    Madre: Ah, hai trovato forse un altro impiego?
    James: Non ancora, mamma, ma vedi, in servizio io mi occupavo di costruzioni ed è questo il lavoro che voglio fare adesso: è un lavoro difficile, ma più degno di un uomo, in cui si può ideare, progettare, costruire, creare.
    Robert: Queste sono belle parole, mio caro fratello, ma un lavoro oggi è meglio di due domani.
  • Helen: E cosa le piace fare?
    James: Costruire. Ponti, strade, per far fuggire gli uomini da dove sono.
    Helen: Punto di vista originale.
    James: E poi anche quei ponti non possono.

Helen: Dimmi almeno come vivi.
James: Rubo.

Citazioni su Io sono un evaso

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  • È uno dei più cupi film americani degli anni Trenta, un'allucinata testimonianza di come il sistema carcerario possa stritolare un individuo, privarlo delle forze fisiche, ma soprattutto di quelle morali. [...] racconta con l'intensità e la violenza usate fino ad allora solo per i film di gangster l'odissea di un uomo comune, schiacciato dal disumano cinismo degli anni della Depressione: oggi, mette ancora i brividi. (Il Mereghetti)
  • Tratto da un racconto autobiografico di Robert E. Burns, è uno dei più coraggiosi e vigorosi film sociali della Warner, piuttosto spregiudicato anche nella rappresentazione del sesso. Ma il codice Hays non era ancora entrato in funzione. Girato in sobrio stile semidocumentaristico rimane un classico del cinema carcerario. (il Morandini)

Altri progetti

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