La mia vita a Garden State

film del 2004 diretto da Zach Braff
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La mia vita a Garden State

Immagine Zach Braff (Guadalajara).jpg.
Titolo originale

Garden State

Lingua originale inglese
Paese Stati Uniti d'America
Anno 2004
Genere drammatico
Regia Zach Braff
Soggetto Zach Braff
Sceneggiatura Zach Braff
Produttore Gary Gilbert, Stacey Sher
Interpreti e personaggi
Doppiatori italiani

La mia vita a Garden State, film statunitense del 2004 con Zach Braff e Natalie Portman, regia di Zach Braff.

Frasi modifica

  • Sai quando arrivi a quel punto della tua vita in cui ti rendi conto che la casa in cui sei cresciuto non è più casa tua... improvvisamente anche se hai un posto dove mettere le tue cose, l'idea di casa non esiste più... Come avere nostalgia di un posto che neanche esiste.
    Forse una famiglia è proprio questo, un gruppo di persone che hanno nostalgia di un posto immaginario. (Andrew)
  • Questa è la vita... non ce n'è un'altra, questa è la vita! ... È reale... a volte fa un male del cazzo, però è tutto quello che abbiamo... (Sam)
  • Ma quando siamo stati felici, papà, quando? Tu ci credi sul serio, ma quando è stato? Quando è successo che eravamo tutti felici, perché io non me ne ricordo, forse se me ne ricordassi potrei aiutarti a tornare ad esserlo... Dovremmo cercare di stare bene lo stesso, anche se non possiamo essere felici. (Andrew)
  • Tanti auguri per il tuo abisso infinito. (Andrew)
  • Io non posso dirle se continuare o no a prendere medicine, perché non conosco la sua storia, ma il mio parere, dato che paga per averlo, è che quei farmaci la possono aiutare solo provvisoriamente. prima o poi, se non farà una terapia, qualunque cosa ci sia nella sua mente, troverà il modo di fare capolino da qualche parte. (il neurologo di Andrew)
  • Meglio ridere. Non dico che non piango mai, ma ogni occasione è buona per ridere, rendendomi conto che è stupido prendere le cose troppo sul serio. Poi ogni tanto mi faccio un bel pianto e mi sento meglio. (Sam)

Dialoghi modifica

  • Sam: Ti ho riconosciuto.
    Andrew: Hai frequentato la Columbia?
    Sam: No, non dalla scuola, dalla TV. Non facevi la parte dell'attaccante ritardato?
    Andrew: Sì.
    Sam: Sei ritardato sul serio?
    Andrew: No, certo che no.
    Sam: Allora sei proprio bravo, sembravi veramente ritardato. Come quel ragazzo, Corky, ma lui è ritardato davvero. Se ci fosse un premio oscar per i ritardati tu lo vinceresti assolutamente alla stragrande.
    Andrew: Be', grazie, grazie del complimento, ma adesso devo riempire questo modulo.
    Sam: Fa pure.
  • Sam: Come al solito sto parlando troppo, adesso ti lascio riempire il tuo modulo.
    Andrew: Che stai ascoltando?
    Sam: Gli Shins, li conosci?
    Andrew: [fa cenno di no con la testa] No.
    Sam: Devi sentire questa canzone ti cambierà la vita, te lo giuro. Uh, scusa, devi finire di riempire il tuo modulo. Che seccatura, magari potresti sentirla mentre riempi il modulo.
    Andrew: Sì sì, ce la faccio.
    Sam: Sì? Ok.
    Andrew: [si mette le cuffie, parte New Slang degli Shins] È bella mi piace.
  • Andrew: [si ferma con la sidecar vicino a Sam, seduta su una panchina] Allora, perché eri lì?
    Sam: Per ricaricarmi, sono un robot.
    Andrew: Menti spesso?
    Sam: Che cosa intendi per spesso?
    Andrew: Abbastanza perché ti chiamino bugiarda.
    Sam: La gente mi chiama in molti modi.
    Andrew: E uno di questi è bugiarda?
    Sam: Potrei dirti di no, ma come sapresti che non mento?
    Andrew: Decidendo di fidarmi di te.
    Sam: Lo faresti?
    Andrew: Posso provarci.
    Sam: E la moto di chi è?
    Andrew: Questa era di mio nonno, è l'unica cosa che ha lasciato a qualcuno della famiglia e l'ha lasciata a me. Mi piace.
    Sam: [silenzio] A questo punto della conversazione dovresti offrirmi un passaggio fino a casa.
    Andrew: A sì?
    Sam: Sì.
    Andrew: Vorresti un passaggio?
    Sam: Certo, ma non salgo sul sidecar.
    Andrew: Perché no?
    Sam: I sidecar sono per le troiette, chiunque salga lì è automaticamente la tua troietta, quindi preferisco viaggiare dietro. [si mette il casco]
    Andrew: [si mette il casco e fa partire il sidecar]
    Sam: Ooh.
    Andrew: Tieniti forte [bruum]!
    Sam: Ok! Mi tengo! Bello! Ho i capelli al vento.
    Andrew: [gira il capo indietro verso Sam] Come mai avevi un casco?
    Sam: Aspettavo il mio ragazzo, perciò l'ho portato, ma non è venuto.
    Andrew: Che cos'ha? Una specie di Tal Cual?
    Sam: No, ha una ninja ed è molto più veloce di questa.
    Andrew: [gira la testa verso Sam] Che genere di casco è?
    Sam: Si può portare su una moto. Allora come va la tua testa?
    Andrew: Per oggi sopravvivrò.
    Sam: Bene, volta a destra.
    Andrew: [ferma il sidecar, dei bambini attraversano la strada] Hai qualcosa da fare adesso?
    Sam: Chiarisci 'qualcosa da fare'.
    Andrew: No, perché conosco un tizio, Jesse, che ha comprato la casa da queste parti e vuole che vada a trovarlo, ma non voglio fermarmi molto perciò pensavo... se vieni anche tu, ho la scusa che devo riportarti a casa.
    Sam: Caspita, non è molto carino da parte tua Andrew.
    Andrew: Lo so.
    Sam: Piacere, posso usarti?
    Andrew: Noo.
    Sam: È il tuo lato Hollywoodiano.
    Andrew: Noo, smettila, non è così, sarà divertente, andiamo, stabiliamo una specie di codice. Per esempio quando ti tocchi l'orecchio quello sarà il segnale e io dirò: "Ohhh, devo riportarla a casa" e andiamo via.
    Sam: Anche i nomi in codice?
    Andrew: Se vuoi.
    Sam: D'accordo, ma non provare a rapirmi perché mio zio è un cacciatore di taglie e potrebbe farti rintracciare e uccidere.
    Andrew: Ne racconti di balle. [riparte il sidecar]
    Sam: Wow!
  • Andrew: Ci sono molte cose da bambino normale che io non ho mai fatto.
    Sam: Ci sono molte cose da bambina normale che vorrei non aver mai fatto.

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