Edmond Pognon (1911 – 2007), bibliotecario e storico medievista francese.

La vita quotidiana nell'anno Mille modifica

Incipit modifica

Non sempre ci si rende conto di come la vita quotidiana della gente dipenda per tanti aspetti da quelle che sono le sue credenze.

Citazioni modifica

  • Il tratto linguistico che contraddistingue in maniera precipua il Medioevo consiste nel ruolo del latino. Questa lingua, che perlomeno dal VI secolo non rappresentava più per nessuno la lingua madre, restava tuttavia la lingua più diffusa fra quelle vive: veniva normalmente parlata da tutte le persone di Chiesa, clero secolari o monaci, quindi da parecchia gente, specie nell'ambito dell'Occidente cristiano. Inoltre, rappresentava l'unica lingua colta: ogni forma di insegnamento intellettuale veniva impartita in latino; si era dotti soltanto se si riusciva a parlare latino; per molto tempo, e ancora intorno al mille, si scriveva praticamente soltanto in latino [...]. (cap. VI I linguaggi, Il latino, idioma universale, p. 41)
  • Non vi è alcuna speranza di poter riuscire a stabilire sulla base di dati certi la durata media della vita intorno al mille. Non esiste stato civile, non esistono registri parrocchiali, non si dispone di alcuna documentazione a supporto di eventuali statistiche. Impossibile sapere se morissero molti bambini nei primi anni di vita, come è probabile dal momento che è sempre stato così dappertutto fino ai più recenti progressi della medicina e della profilassi. (cap. VIII Il tempo, Tempo di vita, p. 73)
  • Diversamente dalle altre religioni, il cristianesimo non è un dato naturale per gli uomini – ed è questo uno degli argomenti più validi a sostegno della sua verità. L'atteggiamento spirituale e la morale conseguente si diffondono e si mantengono soltanto come risultato di una pressione esercitata da un'élite. Spazziamo via qualsiasi malinteso: pressione non vuol dire coercizione, non necessariamente perlomeno. L'eroica élite rappresentata dagli apostoli dei primi secoli non disponeva sicuramente di alcuno strumento di coercizione: hanno convertito gli abitanti delle città, dei ceti più umili, nonché degli strati superiori, fino allo stesso imperatore, con la loro forza di persuasione e nient'altro. Predicazione, esempio, pratica della carità fraterna sono gli strumenti consueti della pressione cristiana. (cap. XI, La pressione del cristianesimo, p. 115)
  • Lungo tutto il Medioevo abbiamo avuto cattivi vescovi, cattivi sacerdoti e cattivi monaci, sia pure con alti e bassi. Il X secolo rientra nei «bassi», ma verso la sua fine si preannuncia una notevole ripresa. Anche in questo, dunque, l'anno mille funge da svolta. (cap. XIII Il tempo, Costumi del clero, p. 162)
  • Un aspetto della disciplina che contraddistingue in modo particolare la vita quotidiana dei cluniacensi è l'importanza (nuova nel monachesimo) da essi attribuita alla pulizia del corpo. Fin dalla metà del IX secolo, l'abate Oddone[1] aveva prescritto ai monaci di pulirsi le scarpe tutti i sabati. Intorno al mille, il sabato era diventato anche il giorno in cui ci si lavano i piedi e bisognava poi tagliarsi le unghie degli alluci. Quelli che, o per difetti di vista, o per via di reumatismi, non riuscivano a farlo da soli, chiedevano l'intervento di qualche confratello. Ma ogni giorno bisognava lavarsi viso e mani. I bagni sono meno frequenti: due volte l'anno, prima di Natale e prima di Pasqua. Si fanno individualmente, in tinozze con acqua scaldata su fuoco di legna. (cap. XIV Tutto sui bravi monaci, L'igiene, p. 192)
  • L'uomo solo, nel Medioevo come in altre epoche, è un personaggio di scarsa rilevanza. Un codice inglese di comportamento del XIII secolo dichiara disdicevole che un gentiluomo mangi solo. (cap. XIX I signori e i principi, La vita al castello, p. 282)
  • L'anatema era peggio della scomunica. Era la forma suprema di maledizione, che pretendeva di perseguitare la vittima fin nell'altro mondo. (cap. XIX I signori e i principi, Gli amori del re Roberto, p. 295)

Explicit modifica

L'energia fornita dal cavallo[2], quella dell'acqua impiegata dai mulini, che si vanno moltiplicando, promettono ai lavoratori dei campi e a quanti sono impegnati nelle fasi successive del ciclo produttivo agevolazioni delle quali i contadini dei secoli a venire trarranno, fino alla guerra dei Cento Anni, una relativa ma concreta prosperità. E i pionieri che saggiano l'avventura del commercio gettano le basi di una nuova attività economica, fondano una nuova classe sociale, che imprimerà alle città un nuovo ruolo e un'importanza crescente.
È così: la gente dell'anno mille aveva ben altro da fare che spaventarsi per la fine del mondo.

Note modifica

  1. Oddone di Cluny (878 circa – 942), secondo abate dell'abbazia di Cluny, fu tra gli artefici della riforma cluniacense.
  2. I cavalli da traino, nell'epoca intorno al mille, cominciano ad essere attaccati ai carri non più con una fascia morbida disposta intorno all'incollatura (che poteva ostacolare la loro respirazione), ma con un collare da spalla rigido: il cosiddetto attacco moderno. E. Pognon, opera citata, p. 242.

Bibliografia modifica

  • Edmond Pognon, La vita quotidiana nell'anno Mille (La vie quotidienne en l'an Mille), traduzione di Maria Novella Pierini, Fabbri, 1998.

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