Donatello

scultore, orafo e disegnatore italiano (1386-1466)
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Donatello, vero nome Donato di Niccolò di Betto Bardi (1386 – 1466), scultore, orafo e disegnatore italiano.

Donatello

Citazioni di Donatello modifica

Citazioni su Donatello modifica

  • Fu il più grande plastico del Quattrocento. Aprì nuovi orizzonti alla scultura, specialmente a quella del ritratto, riscoprì il nudo che l'arte medievale, d'ispirazione religiosa e d'intonazione edificante, aveva ripudiato, e fu il capostipite di quell'indirizzo realistico che in pittura ebbe nel Masaccio il suo più compiuto interprete. (Indro Montanelli e Roberto Gervaso)
  • Io so, come diceva Pasolini, so e so perfettamente che potrebbe esserci un presidente della repubblica che corrisponde a quello a cui nessuno può dire di no, perché che cos'è che è considerato e ammirato in Italia da tutto il mondo, conosciuto? Bersani? Grillo? Berlusconi? No, Donatello, Giotto, Michelangelo, Brunelleschi, Verdi, Mozart e Da Ponte. (Vittorio Sgarbi)

Guido Carocci modifica

  • Donatello fu il genio dell'arte risorta, Donatello fu il maestro, la guida a cui s'ispirarono tanti altri artisti forti d'ingegno, ricchi di attitudine ai quali non mancava che la ispirazione, che venne loro da Lui, talché si può dire che in Donatello s'incarna l'arte italiana di quel secolo fortunato, che in Donatello si ammira e si festeggia l'arte del quattrocento, l'arte che per opera sua seppe così mirabilmente staccarsi ed emanciparsi dalla grettezza del passato.
  • Fra la numerosa schiera di artisti che vissero in Firenze nella prima metà del XV secolo, Donatello è quello che più si elevò dalla massa comune, che più d'ogni altro seppe crearsi un tipo proprio, spiccato, diverso dagli altri e che più d'ogni altro contribuì a dare prima all'arte fiorentina, poi all'arte italiana un indirizzo nuovo, aspirazioni nuove.
  • Fu Donato uomo semplicissimo e modesto di modi, di quella modestia che era comune alla maggior parte degli artisti di quei tempi e sotto la quale si celavano un ingegno potente, una intelligenza mirabile, un animo pieno di entusiasmo per l'arte. Buono, cortese, affettuoso con tutti, si può dire che non avesse nemici e standosene affatto estraneo alle lotte terribili che in quei tempi tenevano sottosopra la nostra città, riuscì ad avere amici sinceri ed affezionati in ogni classe di cittadini, in ogni fazione politica, tanto che la morte di lui fu un lutto al quale Firenze tutta partecipò, trovando nell'ammirazione e nel compianto del sommo suo concittadino una concordia di sentimento che forse non erasi mai dimostrata in altre occasioni.

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