Celio

uno dei sette colli di Roma

Citazioni sul Celio, colle di Roma.

  • Che traesse il nome il Celio da Celio, o secondo Festo, da Cele Vibenna Capitan Toscano, il quale l'abitò non si dubita; ma il quando non è certo. Varrone fino agli antichissimi tempi di Romolo il porta indietro, dicendo quel Celio venuto in ajuto di Romolo contra i Sabini: ma Tacito nel 4 degli Annali narra il medesimo Celio esser venuto a soccorrere Tarquinio Prisco, e prima di quel tempo il Monte avere dall'abbondanza delle Querce avuto il nome di Querquetulano, e finalmente d'Augusto, per l'immagine di Tiberio, che ardendo il monte, restò intatta nella casa di Giunio Senatore, o come Svetonio narra nel 48 per avere usata Tiberio liberalità di danari a i padroni delle case, che s'abbrugiarono. Ed ecco quanto può dirsene. (Famiano Nardini)
Il colle Celio visto dal Circo Massimo
  • Il Celio, che è dall'altro lato del Palatino, ed ha la sua maggiore altezza la Basilica di S. Gio. Laterano, aggiunto a Roma da Romolo, secondo Dionigi, da Tullo Ostilio secondo Livio, da Anco Marzio secondo Strabone, da Tarquinio Prisco secondo Tacito, ha la sua forma lunga, e stretta, che dall'Anfiteatro Flavio detto Colosseo, a cui la settentrional sua parte sovrasta, sinuosamente distendendosi verso Levante per la via, che da S. Clemente, e S. Pietro e Marcellino va verso Porta Maggiore, termina fra S. Giovanni, e Santa Croce in Gerusalemme. Segue poi verso Ponente colle mura della città fin dove entra la Marrana, col qual fiumicello va sempre più avvicinandosi all'Aventino, finché presso S. Gregorio a fronte del Palatino si trova. (Famiano Nardini)

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