Andrea Pezzi

conduttore televisivo e imprenditore italiano

Andrea Pezzi (1973 – vivente), conduttore televisivo e imprenditore italiano.

Andrea Pezzi nel 2012

Citazioni di Andrea Pezzi

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  Citazioni in ordine temporale.

Intervista di Stefano Arduini, vita.it, 3 aprile 2003.

  • Quell'esperienza è stata sottovalutata. Mtv, e io l'ho conosciuta da dentro, è stata un'arma editoriale con cui la cultura anglosassone ha colonizzato l'Italia e l'Europa. E non ce ne siamo accorti. Colonizzazione culturale significa che io ti creo un bisogno, ti faccio pensare che tu desideri avere quel colore di capelli, che a te piace quel tipo di musica, che ti stanno bene quei vestiti; creo consumo, faccio industria, faccio i soldi. In altre parole ti rendo schiavo, senza che tu nemmeno te ne accorga, perché tu desideri essere schiavo. Mtv è un'arma fotonica.
  • Non mi pongo il problema della pace o della guerra. Anzi dire che la guerra non ha senso è una cavolata. Ha senso, come la malattia ha senso. C'è un mondo che vive sulla malattia: togliamo tutti i malati e l'economia del mondo muore. Allo stesso modo anche la guerra fa parte della logica, non della vita, ma della società. La guerra segue un filo: quella del distruggere per poi costruire, di scavare un buco e poi riempirlo. È la dinamica perversa della pax americana. È stato così dal 1945 in poi. [«Insomma, sei per la pace o per la guerra?»] Io sono per la pace, perché mi conviene. Conviene a me che sono italiano ed europeo. È uno strumento per liberare il nostro Paese dal gioco di una subcultura poco più che centenaria, superficiale e bontempona. [«Sei semplicemente un antiamericano, allora?»] Non ci siamo capiti. Il punto è che loro hanno vinto la seconda guerra mondiale e noi l'abbiamo persa. Passando in rassegna gli intellettuali che abbiamo avuto in questi ultimi 50 anni ne abbiamo la riprova: Calvino, Pasolini, il neorealismo nel cinema, rappresentavano un'Italia di pezzenti, facile da colonizzare. Non è un caso che gli americani abbiano amato La vita è bella di Benigni: in questo modo loro sono i salvatori che da dentro il carro armato si prendono cura del povero bambino italiano. "Tu sei lo sfigato, io quello che ti salva la pelle e le palle". Non c'è dialogo.
  • Gli Stati Uniti sono abituati a dividere il mondo in cowboy e indiani, in bene e male. È la schizofrenia di un Paese povero, ma potente.
  • Per essere altruisti è necessaria una certa dose di egoismo. Faccio un esempio: se io do dei soldi a uno che al semaforo mi chiede un euro, è un modo per non responsabilizzarlo. Io gli sto dicendo: rimani qui perché fino a quando ci sei tu io mi sento importante. Lui mette me in condizione di non crescere perché tanto il mondo fa schifo, "guarda che gente, per fortuna io sono migliore". E lui è confermato nel rimanere un poverino.

Alberto Rossi e Gianmarco Minossi, venicequeen.it, 18 giugno 2024.

  • [...] mi ricordo benissimo la dinamica di gruppo dei Red Hot Chili Peppers, questo gruppo di ragazzi che assomigliava molto a un normale gruppo di amici. Erano molto "sani", molto più sani di quanto mi aspettassi [...]. Erano ordinati e disciplinati, dei professionisti veri, erano rockstar ma non nell'accezione che questo termine poteva avere negli anni '60 e '70, alla Frank Zappa per intenderci: non erano affatto sregolati o al di fuori da qualsiasi concetto di socialità, anzi. Loro sono stati, secondo me, negli anni '90, in assoluto, IL gruppo degli anni '90, così come lo erano stati gli U2 a cavallo fra gli '80 e i '90. Hanno traghettato il rock verso il nuovo millennio.
  • Con Californication, [...] stavano facendo un bel salto in avanti. Guardando indietro certamente c'era una discografia rilevante, però personalmente li ho vissuti con particolare attenzione dalla nuova band in poi. Non ho avuto un effetto nostalgico, forse perché ho iniziato ad amarli proprio con questo album. Io sono per questa "seconda stagione": non che la prima non mi piacesse, ma con Californication sono diventati molto più rilevanti dal punto di vista della cultura pop. Hanno portato il rock in un luogo diverso. Non sarebbero mai stati i Red Hot Chili Peppers, secondo me, senza questo passaggio di allargamento.
  • A differenza di altre band della nostra generazione, che sono la testimonianza del Rock degli anni '90 e 2000, loro non si sono "youtubeizzati", non sono entrati in un mondo così largo come invece altri hanno fatto. Sono bravissimi, ma non hanno fatto quell'opera di "democratizzazione" del rock che è tipica di chi ha fatto epoca [...]. I Red Hot non hanno avuto il carisma di un leader come Bono: [...] li ho visti come un gruppo di amici, tutti uguali, nessuno che se la tirava più degli altri. Non c'era un leader vero. Credo che forse da qualche parte John Frusciante fosse veramente il leader, ma era un leader diverso, rivolto alla purezza della musica, non al mondo. E questo può essere un "pro" fino ad un certo punto, ma può essere un "contro" se devi fare quel salto di qualità che di solito nasce dall'ambizione individuale. Per questo non hanno saputo entrare dentro il tempo della storia, e quando il Rock non entra dentro la storia inevitabilmente diventa una parabola che punta verso il basso.

Filmografia

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Doppiatore

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