Anassimene di Mileto

filosofo greco antico

Anassìmene di Mileto (in greco Αναξιμένης, 588/587 a.C. – 528/525 a.C.), filosofo greco antico.

Anassimene di Mileto

Frammento modifica

  • Come l'anima nostra, che è aria, ci sostiene, così il soffio e l'aria circondano il mondo intero.[1]

Citazioni su Anassimene modifica

  • Anassimene anch'egli di Mileto, figlio di Euristrato, disse che il principio è l'aria infinita e che da essa vengono le cose che si producono, quelle che sono prodotte e quelle che si produrranno, gli dèi e le cose divine, mentre le altre cose vengono da ciò che è suo prodotto. L'aspetto dell'aria è questo: quand'è tutta uniforme, sfugge alla vista, mentre si mostra col freddo e col caldo, con l'umido e il movimento. E si muove sempre perché, se non si muovesse, tutto quel che si trasforma non si trasformerebbe. Condensata e rarefatta appare in forme differenti: quando si dilata fino ad essere molto leggera diventa fuoco, mentre poi condensandosi diviene vento; dall'aria si producono le nuvole per condensazione e se la condensazione cresce, l'acqua, se cresce ancora, la terra e all'ultimo grado le pietre. Sicché i contrari fondamentali per la generazione sono il caldo e il freddo. Anch'egli suppone eterno il movimento mediante il quale si ha la trasformazione (Ippolito di Roma)
  • Anassimene, figlio di Euristrato, milesio, sostenne che l'aria è il principio delle cose: dall'aria tutto deriva e in essa poi tutto si risolve. Come l'anima nostra – egli dice – che è aria, ci tiene insieme, così il soffio e l'aria abbracciano tutto il mondo. (Aezio)
  • Egli sostiene che, solidificatasi l'aria, per prima si forma la terra la quale è molto piatta – e pertanto a ragione si mantiene sospesa nell'aria –: il sole, la luna, le altre stelle hanno il principio della nascita dalla terra. Afferma infatti che il sole è terra, la quale per la rapidità del movimento si è molto infocata ed è diventata incandescente.[2] (Plutarco)

Note modifica

  1. Unico frammento delle sue opere pervenutoci da Plutarco di Cheronea (45-125 d.C.), De primo frigore (7, 947 e).
  2. Tratta da Doxa, opera generalmente attribuita a Plutarco ma di dubbia origine.

Bibliografia modifica

  • Hermann Diels, Walthrer Kranz, I presocratici. Testimonianze e frammenti, a cura di A. Pasquinelli, Einaudi, Torino, 1976.

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