Wim Wenders

regista, sceneggiatore e produttore cinematografico tedesco

Ernst Wilhelm Wenders (1945 – vivente), regista, sceneggiatore, produttore e attore tedesco.

Wim Wenders nel 2013.

Citazioni di Wim Wenders modifica

  • [Su Palermo Shooting] È una caratteristica della vita il fatto di essere tutti impauriti dalla morte, è ovvio, anch'io lo sono. Ma quando ricordo il momento della mia vita in cui l'ho affrontata, e questo è capitato una volta, non mi ricordo di aver avuto assolutamente paura. Tra tutte le persone con cui ho parlato e che hanno visto la morte in faccia, nessuno ricorda di aver avuto paura, neanche per un secondo, mentre tutti parlano di pace e ne ricordano la bellezza. Così ho pensato che magari fosse solo questione di immagini e che noi dovevamo correggere l'immagine della morte, così da non essere solo impauriti da essa, ma anche per capire la bellezza interiore e la possibilità che ci fornisce di apprezzare maggiormente le nostre vite. E questa è diventata la storia del film.[1]
  • [...] Fabrizio è tra i grandi poeti del rock, anzi per me è un santo.[2]
  • Gli Yankee hanno colonizzato il nostro subcosciente. (da Nel corso del tempo – Im Lauf der Zeit, 1975)
  • Ho camminato molto in questi giorni, non tornavo da parecchio a Palermo, ma ho provato la stessa meravigliosa sensazione di sospensione del tempo. Questa è una città che ha molto passato e molto futuro. Credo abbia un profondo senso metafisico che la fa stare sospesa tra la vita e la morte. [3]
  • Il cinema p un mezzo molto, molto potente. Può confermare l'idea che le cose sono meravigliose così come sono, o può rafforzare l'idea che si possono cambiare.[4]
  • Il mondo esiste sette miliardi di volte, negli occhi di ogni persona vivente![5]
 
Il trionfo della Morte[6], 1446, strappo d'affresco, Galleria regionale di Palazzo Abbatellis, Palermo
  • [Su Palermo Shooting] La morte è un punto di vista privilegiato per guardare la propria vita, l'unica che consente di farlo in modo radicale. È questo il messaggio del film, rivedere la propria vita: per questo spero che le frecce di questo affresco [Il trionfo della Morte] colpiscano anche voi.[7]
  • Mi trovavo a Gangi, una piccola cittadina a nord-est di Palermo, nel mese di luglio dell'anno scorso [2007] mentre scrivevo la mia sceneggiatura. Sono andato lì perché mi piaceva questa cittadina e volevo che la pellicola terminasse al di fuori di Palermo. Ero lì quando un giorno ho letto sul giornale che Ingmar Bergman era morto. Tutti nella cittadina sapevano che ero un regista cinematografico e che stavo facendo un film. Ero diventato amico di molte persone del luogo che quel giorno parlavano soltanto di questo, della morte di Ingmar Berman, ricordando i suoi film, così mi sentivo di condividere questo dolore. Una cosa molto bella. Il mattino seguente stavo tornando alla stesso bar con la mia macchina. Nel luogo c'è solo un incrocio importante e un poliziotto mi ha fermato. Ho pensato di aver fatto qualcosa di male, magari stavo correndo troppo, ma lui mi ha fermato e mi ha detto di alzare il finestrino. Ha posato il braccio sopra di me e mi ha detto "anche Michelangelo è morto".[8]
  • [Su Palermo] Non credo di conoscere nessun'altra città in cui il senso della vita è così forte. Forse perché è altrettanto forte il senso della morte. Solo a Palermo il protagonista capisce come vivere il presente. La questione del tempo sta diventando centrale nella mia vita. E ogni volta che vengo a Palermo per me significa fare un salto in un tempo diverso: è come se in questa città si fosse costretti ad entrare in contatto con il tempo presente.[7]
  • [Su Palermo Shooting] Palermo è la città che ha provocato il film. [Palermo] è una grande metafora del vero senso della vita, una metafora che rende la vita degna di essere vissuta.[7]
  • [Su Palermo Shooting e la città di Palermo] Qui ci sono le catacombe, la festa dei morti, un dipinto come Il trionfo della morte, un affresco che è stato come un enorme testo per il film. Io credo che una città possa avere un forte diritto alla morte solo se ha un forte rapporto con la vita.[9]
  • Se si fa un film su un fotografo, c'è soltanto una pellicola di riferimento nella storia del cinema, che è Blow-Up e nient'altro, solo questa. Se fai un film in cui pensi che la morte compaia nei panni di una persona, hai solo un punto di riferimento, che è Il settimo sigillo.[10]
  • [Su Palermo Shooting e Il trionfo della morte] Sono entrato in un museo che stava all'angolo di dove vivevo e ho trovato la mia sceneggiatura in un dipinto sul muro di cinquecento anni prima, dove c'era tutto: la morte con le sue frecce, le persone spaventate e un fotografo che non aveva paura, anche perché lui è il pittore ed è praticamente lo stesso. Tutta la mia storia era già stata dipinta da un pittore sconosciuto a Palermo cinquecento anni fa. Ho ringraziato e ho pensato che questa fosse la mia sceneggiatura. Poi ho sentito altre storie sulla città e ho capito che la vitalità di Palermo era dovuta al fatto che conosceva così bene la morte. Quindi forse fare un film che avrebbe contribuito a ristabilire l'immagine della morte, non solo negli affreschi ma in generale, avrebbe aiutato non soltanto la città ma anche tutti quelli che avrebbero visto il film.[11]

Lezioni di cinema modifica

  • Tutto ciò che conta nel cinema è inspiegabile. (p. 31)
  • In un film, che classicamente si divide in tre tappe, scrittura, riprese, montaggio, preferisco quello che c'è prima della scrittura, quello stato in cui si cerca l'inizio di un film, in cui si viaggia per trovare un paesaggio nel quale si sa che si potrà fare il film... Ancora non c'è niente, ci sono solo elementi frammentari, piccole storie che si sono viste, o un paesaggio di cui ci si ricorda, o un attore con il quale si ha voglia di lavorare. E poi tutto il resto, quello che viene dopo, soprattutto la scrittura, mi fa veramente paura e non mi piace affatto. Non mi piacciono neanche le riprese, sono troppo angoscianti. Al contrario, il montaggio è magnifico. Ma fra il montaggio finale e questa libertà del punto di partenza in cui ancora non c'è niente, io non sono a mio agio. (pp. 35-36)
  • Devo tantissimo alla musica, soprattutto al rock'n roll e al blues. Se faccio film, è perché una musica che si chiamava rock'n roll è arrivata nella mia vita e mi ha dato il coraggio di esprimermi. Credo che sia, per tutta una generazione e anche forse a tutt'oggi, un'energia considerevole e una sorta di liberazione immensa: la musica è stata la via d'accesso alla creatività. (p. 39)

Note modifica

  1. Visibile al minuto 01:00 di Palermo Shooting, Intervista al regista del film, Wim Wenders, comingsoon.it
  2. Citato in Giuseppina Manin, De André, il film, corriere.it, Milano, 19 ottobre 2008.
  3. Citato in Marta Occhipinti, Wim Wenders: “Palermo è una città sospesa fra vita e morte”, Repubblica.it, Milano, 17 novembre 2023.
  4. Citato in AA.VV., Il libro dei film, traduzione di Sonia Sferzi, Gribaudo, 2020, p. 259. ISBN 9788858025864
  5. Da Inventare la pace, traduzione di Francesca Valente, Bompiani, 2014, p. 68; citato in Nanni Salio, La nonviolenza è il cibo per la pace, postfazione a Will Tuttle, Cibo per la pace, Edizioni Sonda, 2014, p. 308.
  6. Cfr. Trionfo della Morte (Palermo)
  7. a b c Citato in Mario Di Caro, La Palermo di Wim Wenders un gioco di vita e morte, palermo.repubblica.it, 18 novembre 2008.
  8. Visibile al minuto 02:20 di Palermo Shooting, Intervista al regista del film, Wim Wenders, comingsoon.it
  9. Citato in Antonella Lombardi, Al cinema "Palermo Shooting" la Sicilia e la vita secondo Wim Wenders, livesicilia.it, 17 novembre 2008.
  10. Visibile al minuto 02:00 di Palermo Shooting, Intervista al regista del film, Wim Wenders, comingsoon.it
  11. Visibile al minuto 00:00 di Palermo Shooting, Intervista al regista del film, Wim Wenders, comingsoon.it

Bibliografia modifica

  • Gilles Jacob et al., Lezioni di cinema, traduzione di Rosa Pavone, Milano, Editrice Il Castoro, 2007. ISBN 9788880334286

Filmografia modifica

Regia modifica

Produttore modifica

Sceneggiatore modifica

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