Samuel Grafton (1907 –), scrittore e giornalista statunitense.

  • Se nel sud la rabbia degli oppressi dovesse mai esplodere, ora ha la sua "Marsigliese". [Commento alla canzone Strange Fruit di Billie Holiday.] (dal New York Post, ottobre 1939)

L'uomo che si fece inghiottire modifica

Incipit modifica

Lei dovrà essere il nostro corrispondente dal mondo dei fuorilegge di Nuova York — gli aveva detto il direttore della rivista Momento — Vada a Nuova York. Si trovi una batisfera. Sprofondi sempre giù, sin sotto il livello della legalità. Ci viva per qualche tempo e sia nostro reporter.
—È un mezzo rischioso per ricavare gli articoli — aveva osservato Dan Lewis. — Perché?

Citazioni modifica

  • [...] la Nuova York dei bassifondi. È un'altra città, con una storia tutta particolare. Nel 1753 la municipalità di Nuova York radunò ventidue ladri e ruffiani. Li fece frustare in pubblico sulle terga nude, e impose loro di lasciare la città. (p. 6)
  • — Sono un esistenzialista — spiegò l'adolescente. — L'esistere precede l'essere. L'esistenza precede l'essenza. È il fatto che crea l'idea. Lei è seduto vicino a me, e così ha creato uno schema. Agli altri, guardandoci, sembrerà che noi ci si sia adeguati semplicemente ad un certo schema. Per niente. Siamo noi che l'abbiamo fatto nascere. (p. 10)
  • Se credete in Dio, Dio esiste. Ma se non credete in Lui, non esiste. Per voi, voglio dire. Così Egli conta milioni di simultanee esistenze e non-esistenze, dipende da chi. A Lui non importa, perché è così che ha voluto, è così che ha disposto. Egli stesso si destina alla non-esistenza per noi, se questo è ciò che noi, perversamente, vogliamo. Come potrebbe l'umiltà di Dio spingersi più lontano? E quale lezione in questa umiltà! (p. 10-11)

Bibliografia modifica

  • Samuel Grafton, L'uomo che si fece inghiottire (A most contagious game), traduzione di Sergio Uglioni, I Romanzi del "Corriere", n. 30, 1957.