Processo a Nicolae ed Elena Ceaușescu

Citazioni sul processo a Nicolae ed Elena Ceaușescu.

Nicolae ed Elena Ceaușescu rappresentati su stampe postali

Citazioni modifica

  • Alle 14,50 del giorno di Natale, in una caserma a neppure cento chilometri da Bucarest, sono sbrigativamente fucilati Nicolae ed Elena Ceausescu e con loro si spegne il comunismo paranoico, alla cui testa non c'era più da tempo il partito ma la famiglia: la famiglia dei coniugi Ceausescu. La quale, come se cercasse il riscatto di una lunga sinistra megalomania, ha un sussulto di dignità davanti alla morte. (Bernardo Valli)
  • Chiamatelo assassinio, o brutale calcolo politico, uguale a quello praticato a lungo dallo stesso Ceaușescu. Ma se la sua esecuzione fu dettata da cinico opportunismo, non fu peggio da questo punto di vista della guerra come strumento degli scopi nazionali, o dell'iniezione letale come strumento di dissuasione dal crimine, o della caccia ai trofei come strumento di conservazione. (David Quammen)
  • Disgusto. Non ho voluto assistere alla trasmissione. Mi pareva un assassinio legale, quasi ispirava solidarietà con il tiranno. Un grave errore del Fronte. (Michele I di Romania)
  • Il cosiddetto processo farsa e la fucilazione di Ceausescu sono stati organizzati da suoi ex collaboratori. Noi avremmo voluto un processo vero, ma se ciò fosse avvenuto Ceausescu avrebbe subito smascherato i suoi accusatori, i quali a quel punto non avrebbero più potuto prendere il potere. La verità è che Ceausescu andava liquidato in fretta. Ecco perché il processo doveva essere fatto in fretta. Il problema è che sono stati accusati solo i coniugi Ceausescu, ma il comunismo non è stato minimamente messo sotto accusa e giudicato. (Emil Constantinescu)
  • Nessun tribunale. Non firmo niente. Ho lottato per il popolo da quando avevo 14 anni e il popolo è il nostro popolo. (Elena Ceaușescu)
  • Non riconosco nessun tribunale, riconosco soltanto la grande Assemblea Nazionale. Questo è un colpo di Stato. (Nicolae Ceaușescu)
  • Sembra ieri e sembra mai. Era il 25 dicembre 1989. Sei mesi prima era crollato il Muro di Berlino, ma la vera esecuzione punitiva del comunismo verrà crudamente trasmessa in diretta da Bucarest la sera di Natale di quel fatidico Ottantanove. Sarà nel microcosmo staliniano e bizantino della Romania «socialista», dove il Natale era un giorno lavorativo come gli altri, che si spezzerà in maniera drastica, visibile, emblematica, l'anello più patologico nella catena dei comunismi europei. Per molti aspetti anche shakespeariani non sarà a Berlino, né a Varsavia né a Mosca, ma nelle periferica Bucarest, che la tragica quanto fulminea fucilazione di Nicolae ed Elena Ceausescu imprimerà il sigillo definitivo sul «secolo breve». (Enzo Bettiza)

Gelu Voican Voiculescu modifica

  Citazioni in ordine temporale.

  • Sono stato incaricato dal Fronte di salvezza nazionale di organizzare e assistere al processo. I due coniugi erano due semplici criminali. I giudici sapevano di cosa si trattava, chi erano gli imputati, e anche il difensore era informato.
  • Si sono comportati in maniera estremamente rivoltante, di sfida. Hanno negato qualsiasi autorità alla corte, hanno rifiutato di alzarsi. Hanno tenuto un atteggiamento ostruzionistico.
  • "Dignità" è una parola inadeguata. Hanno agito con una inconcepibile incoscienza. Vivevano in una dimensione irreale. Ho avuto l'impressione di un dialogo fra sordi.
  • È stato molto difficile formare il plotone, perché tutti volevano prendervi parte. Alla fine sono stati selezionati tre militari, ma la fucilazione ha avuto luogo quasi spontaneamente. Quelli che avevano una buona visuale del cortile hanno mirato senza che fosse dato alcun ordine, con un gesto spontaneo, inatteso, e ci siamo trovati di fronte a un fatto compiuto. Il muro era sgretolato da centinaia di pallottole e la polvere ricopriva i due cadaveri.

Dan Voinea modifica

  Citazioni in ordine temporale.

  • Signori rappresentanti della giustizia, signor Presidente, onorevole tribunale, noi giudicheremo Nicolae ed Elena Ceausescu, che hanno commesso degli atti incompatibili con i diritti dell'uomo, che hanno agito contro il popolo. Per i crimini che ha commesso e le sue vittime, io chiedo la pena di morte.
  • Io non li avevo mai visti così da vicino. Nessuno poteva stare mai a meno di cento metri da loro... [...] Li guardavo, ed erano il potere spogliato di tutto.
  • L'accusai di genocidio e crimini contro l'umanità. Era la prima volta in vita mia che chiedevo una condanna a morte... [...] Dovevo rispettare le procedure: mi voltai verso il suo avvocato per sapere se voleva appellarsi. Il difensore fece di no con la testa. Fui stupito: era molto più severo lui di me!
  • Io non pensavo l'avrebbero fucilato. Certo, fosse rimasto vivo, l'avremmo processato meglio e forse avrebbe avuto l'ergastolo. Ma in fondo, con lui morto, tutti si sono sentiti liberi di tradirlo. Il nostro comunismo aveva una testa sola: tagliata quella, morì il corpo.

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