Niccolò Jommelli

compositore italiano

Niccolò Jommelli (1714 – 1774), compositore italiano.

Niccolò Jommelli

Citazioni su Niccolò Jommelli modifica

  • Ebbe [a Vienna] la bella sorte di trattenersi per ben diciotto mesi col gran Poeta Metastasio, e fu da esso talmente illuminato intorno alla maniera di ben unire la musica all'espressione della poesia, che in breve tempo si trovò a portata di far risplendere in qualunque variata situazione del dramma una melodia assai più significante di quella che dopo il Pergolesi era stato in uso. (Carlo Gervasoni)
  • Egli è senza dubbio, uno dei più grandi uomini della sua professione, fra quanti ora esistano poiché, se dovessi classificare gli attuali compositori d'Italia che scrivono per il teatro, seguendo l'idea che mi sono formata del loro merito, io li enumererei in questo ordine: Jomelli, Galuppi, Piccini e Sacchini, persuaso, però, che è difficile decidere quale dei primi due abbia più meritato dal publico. Le opere di Jomelli son piene di grandi e nobili idee, trattate con gusto, con scienza e con erudizione. (Charles Burney)
  • Il Metastasio trovò anche un prezioso interprete [delle sue idee] in un maestro italiano, uno di quelli che non solo sentivano il bisogno di rinnovarsi e di apportare nuove energie all'opera, ma si sforzavano di creare, suscitare e porre in azione queste energie; un maestro che, su gli altri, ebbe audacie e possibilità estetiche, e fu perciò chiamato il Gluck italiano: voglio dire Nicolò Jommelli di Aversa. (Raffaello De Rensis)
  • Nel giorno natalizio del nostro augustissimo padrone [l'imperatore Francesco I di Lorena], andò in iscena in questo teatro [imperiale di Vienna] la mia Didone, ornata di una musica, che ha giustamente sorpresa, ed incantata, e la città, e la corte. È piena di grazia, di fondo, di novità, di armonia, e soprattutto d'espressione. Tutto parla sino a' violini e contrabbassi. Io non ho finora in questo genere inteso cosa che m'abbia più persuaso. L'autore è un napolitano chiamato Nicolò Jommelli. (Pietro Metastasio)
  • Questa sera si rappresenterà in questo teatro [imperiale di Vienna] per la prima volta l'Achille in sciro. La musica di Jommelli alle prove ha ecceduto di molto la grande espettazione che si aveva di lui. (Pietro Metastasio)
  • Questo virtuoso filarmonico fu il primo che, come eccellente maestro non solo, ma eziandio come bravo filosofo ragionatore, diede la giusta e conveniente proporzione all'intera tessitura dell'aria, e che tolse per ciò il da capo, ossia quella inopportuna ripetizione di tutta la prima parte dopo un breve periodo della seconda, che prima di lui costantemente praticavasi nelle arie più interessanti del dramma. (Carlo Gervasoni)
  • Stamani, per la prima volta, ho avuto il piacere di parlare con Jomelli, che non prima della sera avanti era tornato dalla campagna.
    È un uomo assai corpulento e il suo viso m'ha ricordato quello d'Handel; ma è assai più gentile e dolce di modi. L'ho trovato in veste da camera, seduto avanti al suo cembalo, sul quale scriveva. (Charles Burney)

Pietro Alfieri modifica

  • Fu grandissimo il contento del N. A. nell'abboccarsi col gran poeta Metastasio, col quale passò tutto il tempo che dimorò in Vienna. Vantavasi egli sovente di aver molto più appreso dalla conversazione di quel poeta, che dalle lezioni di Feo, di Leo, e di Martini. Il Metastasio poi facea grandissima stima di lui.
  • Il Re di Portogallo bramava ansiosamente[1] di averlo presso di se in Lisbona; ma non avendo potuto ciò ottenere, gli assegnò una grossa pensione con l'unico obbligo di spedirgli copia di ogni composizione.
  • Il trattare per lunga pezza co' tedeschi fecegli alquanto cambiare il suo modo di scrivere, gajo cioè nelle melodie, e semplice nell'istrumentazione. Divenuto quindi un poco severo sì nell'una che nell'altro, se tal modificazione gli procacciò immensi applausi appo quelli, gli cagionò però il disgusto degl'italiani.
  • Nel tempo della dimora in Vienna che fu forse per dieciotto mesi, più volte il Jommelli fu chiamato ad accompagnare al cembalo l'imperatrice Maria Teresa, la quale fece levar via lo sgabello senza appoggio, e sostituire per lui una sedia, e lo colmò di doni, fra i quali un anello col ritratto di lei adornato di grossi brillanti.

Note modifica

  1. Nel testo "anziosamente".

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