L'ombra del dubbio (film 1943)

film del 1943 diretto da Alfred Hitchcock

L'ombra del dubbio

Descrizione di questa immagine nella legenda seguente.

Teresa Wright e Joseph Cotten nel film

Titolo originale

Shadow of a Doubt

Lingua originale inglese
Paese Stati Uniti d'America
Anno 1943
Genere thriller
Regia Alfred Hitchcock
Soggetto Gordon McDonell
Sceneggiatura Thornton Wilder, Sally Benson, Alma Reville
Produttore Jack H. Skirball
Interpreti e personaggi
Doppiatori italiani

L'ombra del dubbio, film statunitense del 1943 con Teresa Wright e Joseph Cotten, regia di Alfred Hitchcock.

Frasi modifica

  Citazioni in ordine temporale.

  • Perché pensare al passato? Né al passato né al futuro. Solo l'oggi esiste. Questa è la mia filosofia: l'oggi. (Carlo)
  • Ti svegli la mattina con la fiduciosa certezza che non esiste al mondo cosa che possa inquietarti, i tuoi giorni trascorrono sereni e dormi placidamente tutte le tue notti popolate di stupidi e puerili sogni di fanciulla. Io t'ho portato degli incubi, vero? Sciocca menzogna. Sei inesperta della vita come nel dir bugie. Tu sei convinta di sapere già tutto, e chi mai t'ha parlato del mondo? Che ne sai tu di questo porcile laido? Dietro la facciata di ogni casa, vivono e prolificano esseri immondi che non hanno niente da invidiare alle bestie. Il mondo è un inferno, che importa quello che vi succede? Apri gli occhi, Carla, guardati intorno e impara. (Carlo)

Dialoghi modifica

  Citazioni in ordine temporale.

  • Carlo: E adesso il tuo regalo.
    Carla: Io non voglio niente. Ormai ho già tutto, zio Carlo. Prima che tu venissi sì, ma adesso non ho più nessun desiderio.
    Roger: Che stupida.
    Anna: Ma non parla sul serio. Secondo me finge soltanto. Come nei libri: chi dice che non vuol niente riceve di più alla fine.
  • Carlo: Ci sono ancora donne che si occupano della casa? Nelle grandi città no. Nelle grandi città ci sono donne di mezza età, vedove, il cui marito ha trascorso l'esistenza ammazzandosi di lavoro per cercare di fare una fortuna e ha raggiunto lo scopo di lasciare il suo denaro alla vedova. E che cosa ne fa la vedova, questa donna inutile? Va a vivere in un hotel, uno dei migliori, gettandolo a piene mani, bevendo champagne di marca, dando sontuosi banchetti, perdendo somme al gioco; spende e spande, pensando unicamente ad accumular gioielli. Orribile. Putrido essere umano indegno di questo nome.
    Carla: Ma indegno o no, è sempre un essere umano.
    Carlo: Lo credi? Io penso piuttosto che sia un'ingorda bestia vecchia, grassa e asmatica. Mh? E cosa si fa alle bestie quando diventano troppo grasse e troppo vecchie?

Explicit modifica

Carla: Diceva che il mondo era un inferno. Non c'era felicità possibile per lui.
Jack: No.
Carla: Non voleva bene a nessuno, odiava tutti, odiava il mondo intero. Diceva che la gente come noi non può sapere che cosa è il mondo in realtà.
Jack: Non è brutto come lui credeva. A volte sì bisogna stare in guardia, pare che impazzisca del tutto, come tuo zio Carlo.

Citazioni su L'ombra del dubbio modifica

  • Durante le riprese [Hitchcock] ci fece sentire a nostro agio [...] Sentivamo che potevamo avere fiducia in lui; ci forniva una guida ma ci infondeva anche un senso di libertà [...] Eravamo la prima compagnia che girava a Santa Rosa e i cittadini parteciparono in massa, in un modo o nell'altro. Furono tutti splendidi con noi, anche quando le nostre riprese notturne interrompevano la loro placida routine. (Teresa Wright)
  • Più che un thriller, la storia di un amore impossibile, e il ritratto di un assassino ambiguo ma mai veramente antipatico, indimenticabile rappresentazione di quello che potrebbe essere davvero il diavolo. Hitchcock (che appare come un giocatore di bridge in treno) era fiero della collaborazione di Thornton Wilder alla sceneggiatura, che però è dispersiva e piena di episodi accessori. Invecchiato e fastidioso il doppiaggio italiano, come anche la musica di Tiomkin. (Il Mereghetti)
  • Uno dei migliori film di Hitchcock in assoluto, apprezzato persino dai critici e dagli spettatori più refrattari al suo fascino, dai fautori della verosimiglianza e della psicologia. [...] È il suo thriller più quieto, affabile, inquietante. (il Morandini)

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