Julian Bashir

personaggio immaginario di Star Trek

Julian Bashir

Descrizione di questa immagine nella legenda seguente.

Julian Bashir è interpretato da Alexander Siddig

Universo Star Trek
Autore Rick Berman, Michael Piller
Interprete
Voce italiana

Julian Subatoi Bashir, personaggio di Star Trek: Deep Space Nine.

Citazioni di Julian Bashir modifica

Star Trek: Deep Space Nine modifica

  Citazioni in ordine temporale.

  • Non volevo qualche incarico comodo, entrare nella ricerca, io volevo questo: i più lontani spazi della galassia, uno degli avamposti più remoti da raggiungere. È qui che si trova l'avventura. È qui che si forgiano gli eroi, proprio qui, nelle lande selvagge. (L'emissario)
  • Sembra che io abbia un certo talento, una visione che oltrepassa l'ovvietà, gli elementi terreni, e arriva dritto al bersaglio. Il fato mi ha concesso un dono: la capacità di guarire. (Il clandestino)
  • Prima di poter essere leali con qualcuno, bisogna esserlo con se stessi. (Un vecchio amore)
  • Ho finito di leggere gli ultimi capitoli di quel libro, Sacrificio infinito. [...] Io credo soltanto che il racconto diventi un po' ridondante verso la fine. Come dire? L'idea era di rappresentare sette generazioni della stessa famiglia, ma è sempre la stessa storia che continua a ripetersi all'infinito. Tutti i protagonisti vivono esclusivamente in funzione dello Stato, diventano vecchi poi muoiono, rimpiazzati da un'altra generazione che farà lo stesso. [...] Ma perché nessun personaggio sovverte mai questa regola? Non si può vivere solo in funzione dello Stato. (Il mistero di Garak)
  • Sono un medico, non un botanico! (Il mistero di Garak)
  • Quando ero piccolo, ne ero terrorizzato [dei dottori]. [...] Ero convinto che sapessero tutto, che avessero potere di vita e di morte su tutto e su tutti, e che se non mi fossi comportato bene loro mi avrebbero fatto ammalare. E mentre facevo il liceo ho deciso di sapere anch'io tutte le cose che sapevano i medici. Insomma, volevo essere bravo come loro. [...] Sai cos'ho capito? Che il mio desiderio era poter aiutare il prossimo. È proprio per questo che si diventa medici: per aiutare. (Equilibrio perduto)
  • [Esaminando un Jem'Hadar] Per un umanoide ha un ritmo metabolico incredibilmente veloce. Le cellule del suo corpo si dividono a una velocità che ho visto solo in laboratorio. Ma dal momento che non ci sono problemi di tiroide o di ipotalamo, presumo sia naturale per uno della sua specie. (Nato per combattere)
  • Sa, la storia del XXI secolo non è il mio forte. Troppo deprimente. (Tempi passati: Parte 1)
  • Far soffrire le persone perché non si sopportano è terribile, ma far soffrire le persone perché si è dimenticato cosa voglia dire solidarietà è diverso, ed è difficile da accettare. (Tempi passati: Parte 1)
  • Gli uomini in senso lato sono davvero diversi dai cardassiani o dai romulani? Se noi fossimo alle strette, se capitasse qualcosa di disastroso alla Federazione, se fossimo spaventati o, che so, disperati, avviliti, quali sarebbero le reazioni? La gente resterebbe fedele ai suoi ideali o finirebbe... finirebbe così: esattamente da dove ha iniziato? (Tempi passati: Parte 1)
  • [Sui gialli] Gli umani ne hanno scritti di avvincenti. Il fatto è che quelli cardassiani finiscono tutti allo stesso modo: non c'è mai un indiziato che non finisca per essere riconosciuto colpevole. (Voci interne)
  • Tra gli umani, il trentesimo compleanno è considerato una sorta di ragguardo. Si conclude con esso la giovinezza e si apre, per così dire, la lunga e inevitabile marcia verso la maturità. (Voci interne)
  • Quando si arriva ai trent'anni è sempre più difficile non considerare il tempo che passa. (Voci interne)
  • Provare le fatiche di un ultracentenario rende meno gravoso compiere trent'anni. (Voci interne)
  • Se vuole il mio parere, il teatro è in declino sin dalla fine del XXIII secolo. Pensiamo alle opere teatrali apparse sulle Terra negli ultimi 50 anni e paragoniamole a quelle di Willemheld, Barton o Chow-yun. [...] Gli autori contemporanei sembrano ossessionati dal voler dare un interpretazione umana della drammaturgia aliena, dimenticando completamente il nostro patrimonio culturale. (Attacco ai Fondatori: Parte 2)
  • Ricordiamoci che i klingon prediligono pugnale e bat'leth nel confronto ravvicinato. Se saremo abbordati dobbiamo aspettarci ferite profonde, ossa rotte, e qualche trauma cranico. (La via del guerriero)
  • L'unica cosa che so è che il Dominio ha modificato geneticamente i Jem'Hadar in modo da renderli dipendenti dal ketracel bianco e che, razionandone la somministrazione, i fondatori riescono a tenervi sotto controllo. (Il giuramento di Ippocrate)
  • [Sui Jem'Hadar] Non sono animali! Sono persone, persone che sono usate come schiavi, e questa è la loro occasione per liberarsi. (Il giuramento di Ippocrate)
  • La malattia fa paura. Io, dal canto mio, preferisco combatterla senza nascondermi. Quando riesci a guarire qualcuno, senti di aver vinto la tua battaglia contro la morte. (La calamità)
  • Moltissime esperienze possono mettere alla prova la forza di carattere di una persona. Per fortuna la maggior parte non riguardano morte e distruzione. (Eroe per caso)
  • Io sono un medico, non uno storico. (Animaletti pericolosi)
  • Gli esseri umani si adattano più facilmente dei klingon alla cattività. (Inquisizione)

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