Johann Hermann von Riedesel

viaggiatore tedesco
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Johann Hermann von Riedesel (1740 – 1785), viaggiatore e scrittore tedesco.

Johann Hermann von Riedesel

Viaggio attraverso la Sicilia e la Magna Grecia modifica

  • I dintorni di Reggio sono in genere molto deliziosi e non si vedono che campagne coperte di gelsi, aranceti, limoneti, vigneti. La maggior parte della seta che si produce in Calabria si coltiva in questi luoghi; Reggio ne vende per ottantamila libbre all'anno.[1]
  • [...] il posto è stupendo e il porto, famoso nel mondo, è eccezionale e impareggiabile. La natura sembra aver voluto mostrare all'arte che quello che essa fa è molto più perfetto e bello di quanto si possa fare con la fatica del lavoro. Un piccolo braccio di terra e sabbia che si estende a forma di semicerchio produce il porto più bello e perfetto del mondo. Qui migliaia di navi sono al sicuro da tutte le tempeste e da qui si possono raggiungere facilmente le case dei mercanti. Nella casa del principe Scaletta c'è una grande collezione di dipinti ma, tra gli originali, ci sono anche molte copie che sono state messe al posto di quelle che sono state vendute. Sono ancora esistenti alcuni dipinti originali di Polidoro di Caravaggio, di Spagnoletto e di Zioppo di Ganci. L'opera migliore è, comunque, il soffitto della Galleria, prodotto dal Cavalier Messinese, forse il primo pittore siciliano. Egli non ha la forma espressiva del Monrealese, ma riesce ad eseguire la composizione con un disegno delicato e con molta grazia e leggiadria. Egli è l'Albano siciliano, e questo soffitto è una delle cose più belle della Sicilia. A Messina non mancano statue montate su colonne. In ogni piazza c'è una statua equestre o pedeste di uno dei suoi reggenti, Don Juan d'Austria, del re di Spagna e diversi altri, ma questi sono cosi mal rappresentati che ci deve rammaricare per i costi sostenuti dalla città e per il tempo perso dall'artista.[2]
  • A Campobello [di Mazara], si vedono le cave [di Cusa] che hanno fornito questi massi giganteschi. Qui ci si può rendere conto di come gli antichi lavoravano: si vedono ancora capitelli e pezzi di colonne lavorate, metà fuori e metà dentro la roccia, così come si tacconta di quelle egiziane da cui sono state ricavate le piramidi.[3]
  • A qualche distanza sopra le latomie trovasi il gran teatro dell'antica Siracusa intagliato nella roccia, ed ancorché la scena ne sia totalmente distrutta, la sua grandezza, l'imponente maestà di un edificio così intagliato nel vivo della montagna, combinate alla più deliziosa delle situazioni, ispirano il rispetto, e l'ammirazione. Io ho passato colla più grande soddisfazione due giorni interi a esaminarlo; esso è uno de' colpi d'occhio i più pittoreschi che abbia riscontrato in Sicilia, ed io me ne attristo il più di non averlo potuto disegnare da un artista abile ed esatto.[4]
  • Catania possiede due musei bellissimi, ricchissimi e ben degni di essere visitati.
    L'uno è quello del ricco convento dei Benedettini di cui vi ho parlato; l'altro quello del principe di Biscari.
  • Girgenti (Agrigentum) è a circa quaranta miglia da Sciacca. La città com'è oggi è costruita su un'alta collina ed è a quattro miglia dal mare, là dove si trovava il maniero o castello della città greca. Se mai ho goduto il piacere così acuto e sublime di uno splendido panorama, questo è stato il mattino dopo il mio arrivo al monastero degli Agostiniani, dove sono stato accolto, quando abbracciai con lo sguardo tutta la zona. Immagini, mio caro amico: sotto la mia finestra, c'era un declivio lungo quattro miglia che finiva nel mare e che si estendeva, da entrambi i lati, per sei o sette miglia. Questa collina era coltivata, a tratti, a vigna e, a tratti, a ulivi e mandorli e vi si trovavano i cereali migliori che il sette aprile sono nella piena fioritura. Inoltre, è possibile trovarci gli ortaggi più saporiti e tutti i possibili frutti della terra. I limiti della proprietà sono segnati da siepi di aloe e da piante di fichi d'india; centinaia di usignoli allietano l'aria col loro canto. In questi campi meravigliosi scoprii il tempio ben conservato che è chiamato di Giunone Lacinia, quello intatto della Concordia, i resti di quello dedicato ad Ercole e le rovine del tempio di Giove. [5]
  • I grani di Catania, i suoi vini, i suoi frutti, i suoi legumi, sono di una grandezza, di una qualità e di un'abbondanza straordinaria. Non vi è produzione che contragga il gusto dello zolfo, appunto come succede nelle vicinanze del Vesuvio, imperocché l'Etna non contiene che pochissima materia solforosa;
  • La Cattedrale di Catania è la più bella e la più grande della Sicilia, essa non è sovraccarica di molti ornamenti che il pessimo gusto ha introdotto in altre; all'incontro è decorata di una bella cupola, e tutto l'edificio porta l'impronta della maestà.
  • La nobiltà di Palermo è, come tutto il resto dell'Europa, la scimmia delle mode Francesi.
  • Le siciliane amano sinceramente e con violenza e fan vedere che il loro sesso è capace di costanza e di fedeltà.
  • [...] non si è conservata cosa dell'antica Catania sopra il suolo attuale, avendo questa città diverse volte sofferto la stessa sorte di Ercolano e Pompei.
  • Se vi è luogo sulla terra, che rappresenti la desolazione, lo sterminio, l'inferno stesso, esso trovasi nelle vicinanze di Catania.
  • La celebre Aretusa oggi è ridotta ad un pietoso lavatoio del popolino siracusano che riceve acqua in abbondanza da due aperture. Il suo sapore è salmastro, ciò che fa presupporre come essa sia a contatto col mare.
  • Mio caro amico: io ho creduto dover terminare qui il viaggio, intorno alla Sicilia. Prima d'abbandonare quest'isola, vi voglio fare una breve descrizione dei suoi abitanti, di cui si raccontono tante cose che fan poco onore al loro cuore e al loro carattere, e che non ispirano affatto fiducia. Questa nazione, così come tutti i popoli orientali, ha grande finezza, grande penetrazione, grandi talenti; ma essa, nello stesso tempo è molto portata a quella inclinazione alla voluttà, a quello spirito di astuzia e di artifizi che sembrano generalmente aumentarsi, a misura che avanzarsi verso il mezzogiorno.

Note modifica

  1. Citato in Atlante del Barocco in Italia, Rosa Maria Cagliostro, Calabria, De Luca Editori d'Arte, 2002, p. 36.
  2. Citato in Nicolò Leotta, Approcci visuali di turismo urbano. Il tempo del viaggio, il tempo dello sguardo, Editore Ulrico Hoepli, Milano, 2005, pp. 52-53. ISBN 88-203-3581-6
  3. Ruta p. 57
  4. Da Vojage en Sicile et dans la Grande Grèce addressé par l'auteur a son Ami; citato in Maurizio Paoletti, «Questa rovina è indicibilmente bella e pittoresca»: le antichità della Sicilia e il culto della Grecia classica nel XVIII secolo, traduzione di Gaetano Sclafani.
  5. Ruta pp. 58-59

Bibliografia modifica

  • Johann Hermann, barone di Riedesel, Reise durch Sicilien und Gross Griecheland (Viaggio attraverso la Sicilia e la Magna Grecia), Zurigo 1771; citato in Rina La Mesa, Scrittori stranieri in Sicilia, Cappelli, 1961.
  • Johann Hermann von Riedesel, Vojage en Sicile et dans la Grande Grèce addressé par l'auteur a son Ami, traduizione di l'Allemand, Lausanne, chez Fr. Grasset & Com, 1773.
  • Carlo Ruta Viaggiatori in Sicilia tra rinascimento e illuminismo, Edi.bi.si.

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