Citazioni sulla Jāhiliyya o paganesimo arabo.

  • Chi si avvicini ad esso con romantica simpatia per il popolare e il primitivo, e ne gusti l'austera e maschia poesia, l'acuta gnomica, la ricchezza colorita della narrativa sui cavalieri, gli eroi, i briganti del deserto, quei germi insomma di «umanesimo tribale» [...], può essere indotto a sopravvalutarne i valori positivi, che certo non mancano, rispetto alla sua indubbia arretratezza politica, sociale e religiosa, largamente documentata.
    Una tale considerazione romantica non può disconoscere il fatto fondamentale che l'Islàm attingendo le sue energie all'humus dell'arabismo pagano, ma fecondandole con decisivi impulsi a questo estranei, pose fine a un periodo che con ragione chiamò della «barbarie» (questo, meglio ancora che «ignoranza», è il senso da dare al termine Giahiliyya) e avviò gli Arabi sulle vie della civiltà, con un nuovo e alto concetto del divino, una società e uno Stato ad esso informati. Il preludio pagano contribuisce solo con alcune note, ancor oggi distinguibili ma fuse dal genio di Maometto e dalla ulteriore storia in tutto un nuovo complesso, nella originale novità che rappresentò l'Islàm per tanta parte del mondo. (Francesco Gabrieli)

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