Giuseppe Branzoli

musicista, compositore e insegnante italiano

Giuseppe Branzoli (1835 – 1909), musicista, compositore e insegnante italiano.

Giuseppe Branzoli suona il mandolone ad un concerto nel Palazzo Doria-Pamphili di Roma (24 maggio 1889)

Manuale storico del violinista modifica

  • Il Violino fatto di sua natura per regnare nei concerti e per secondare tutti gli slanci del genio» ha preso secondo il Boucheron i vari caratteri che i grandi maestri vollero dargli: semplice e melodioso sotto le dita di Corelli; armonioso e commovente sotto l'arco di Tartini; nobile e grandioso sotto quello di Pugnani; amabile e soavissimo sotto quello di Rolla; patetico ed ardito fra le mani di Viotti; grazioso e sublime fra quelle di Rovelli; pieno di fuoco e d'audacia sotto le dita di Paganini; purissimo e leggiadro sotto l'arco di Grassi; universale e filosofico sotto quello di Sivori. (p. 19)
  • Il Violino si è innalzato a dipingere perfino le passioni con energia e con quella nobiltà che conviene tanto al grado che occupa, quanto all'impero ch'esercita sullo spirito. Il violino può entusiasmare tanto chi lo sante, quanto chi lo suona, formando con esso un solo tutto; però per giungere a tanto è indispensabile il possedere un sentire straordinario, un'udito perfettissimo, ed una grande fermezza di carattere per intraprendere uno studio tanto faticoso e tanto lungo. (p. 19)
  • Se il suono del Violino potesse uscire accompagnato dalla parola, non vi sarebbe voce umana che potesse uguagliarlo. Il Violino si presta tanto al canto affettuoso e patetico, come al fiero e allo scherzevole, al malinconico come all'allegro[1], all'angelico come al diabolico [...]. (p. 19)
  • [Giovanni Battista Fontana] [...] fu uno dei più singolari virtuosi che abbia avuto l'età sua, nel toccare il violino. (p. 64)
  • Per divenire tale [celebre contrabbassista, Domenico Dragonetti] fu maestro [di] se stesso, poiché sino a lui nessuno aveva mai pensato di ricavare da quel colossale strumento tanta gentilezza di suoni, ed eleganza di portamenti. (p. 76)
  • Paganini
    «che sopra ogni altro come aquila vola»
    fu la meraviglia del suo tempo, faceva stupire col trillo del Diavolo (inventato da Tartini) con i flautati, armonici, corde doppie, ecc. Egli ha anche lasciato lavori più che sufficienti a mostrare la suprema sua padronanza del Violino e la ricchezza della fantasia. Molte cose che Paganini suonava non le ha lasciate scritte, forse a cagione della sua fine immatura, o forse meglio perché non credé che altri potessero eseguirle. (p. 79)
  • Se la perfezione potesse esistere Parisini col suo violoncello l'avrebbe raggiunta, tant'era bello il suono che ne ritraeva e perfetta l'intonazione, tutto ciò accompagnato da un sentimento il più fino possibile. (p. 86)

Note modifica

  1. Nel testo "allo allegro".

Bibliografia modifica

Altri progetti modifica