Giulia Carcasi

scrittrice italiana

Giulia Carcasi (1984 – vivente), scrittrice italiana.

Tutto torna modifica

  • Non c'è niente che si sporca più facilmente della bellezza e di continuo la sporca chi la possiede e chi la incontra, per dimostrare che ne può disporre quanto e come vuole, o perché in fondo la bellezza non sa difenderla perché è difficile.
  • A una vaghezza nera ne hai sostituita un'altra colorata, non so come hai fatto, hai dipinto il buio e le ombre sono diventate onde.
  • È difficile coincidere con lo spazio nel quale proviamo a inserirci: solo chi manca può riempire il vuoto che ha lasciato.
  • Fuori piove e tu sei la persona con cui voglio guardare fuori quando fuori piove.
  • Sto esitando troppo e ogni giorno siamo più vicini ma anche più vecchi, c'è il rischio che quando troverò il coraggio, ti dirò dammi un bacio e mi chiederai: cos'è un bacio?
  • La bellezza perde ogni bellezza se non si unisce ad altro, il condimento di per sé stucca: hai mai provato a mangiare un cucchiaio d'olio, un pugno di sale?
  • Adesso so che non esistono cose che non vanno. Le cose tutte, anche quelle che si tengono in pugno, vanno come devono andare, il problema è imparare ad aprire le mani.
  • Cerco di far coincidere la base tonda del bicchiere con uno dei quadri stampati della tovaglia, come aprire una serratura inserendo una chiave diversa, riempire un vuoto che ha il profilo di un'altra assenza.

[Giulia Carcasi, Tutto torna, Feltrinelli.]

Ma le stelle quante sono modifica

  • L'amore è un gioco ad incastro. Devi trovare il pezzo giusto, devi inciampare e continuare a cercare, come il mare che abbraccia la sua spiaggia, perché senza di lei non ci sarebbe lui.
  • Il mondo è strano: si allarga, si ristringe e poi si riallarga e tu non puoi mai essere sicuro di riuscire a starci bene dentro. Ma quando riesci a stare dentro, devi rubare tutta la vita che puoi. E metterne un po' da parte, che magari, un giorno, quando avrai bisogno di ricordi, ti servirà quella manciata di vita e ti farà piacere ritrovarti un po' di sabbia nei capelli. E ti metterai li ad accarezzare il tuo cuore e a lasciarlo parlare.
  • Il mio cuore, ogni tanto, si ammala: è la malattia dei ricordi. [...] È una terapia lunga e difficile... Si cura vivendo.
  • Ricorderò di lui, quello che è stato e quello che non sarà, quello che avrei voluto e non c'era. Stanotte, però, ti faccio una promessa: non mi farò più prendere in giro, non mi farò bella per un appuntamento, non aspetterò una telefonata che non arriva mai, non mi metterò a immaginare i sorrisi, i nasi, i capelli di possibili amanti, non morirò di crepacuore, non mi chiederò se vorrà un bacio o di più, se è poi davvero il caso di perdere la testa. Amerò le canzoni, i libri, il mare, gli alberi, i tramonti... so che saranno sempre lì, per me. L'amore degli uomini è diverso, Milla, si sposta veloce, passa da un letto a un altro. [...] Perché finisce? Ma soprattutto perché inizia? Cene di sorrisi, gambe accavallate, mani che si sentono sole... perché inizia? Con le persone più assurde, con quelle che se le conosci le eviti, con quelle che non funzionerà mai pure se per un istante ti sembra che sta andando alla grande... perché inizia? Non riesco a trovare una risposta valida, neanche una. E sento che ho sbagliato tutto, dal primo momento. [...] Forse sarebbe stato uguale, forse no. Forse è andata meglio così.
  • A volte, ti serve un passo falso per capire come si cammina e dopo prendi il via... Ti serve un inciampo, poi metti un piede dietro l'altro e non cadi, no, stavolta no, hai trovato equilibrio. Ed è una gran conquista.
  • Vivere è come scalare le montagne: non devi guardarti alle spalle, altrimenti rischi le vertigini. Devi andare avanti, avanti, avanti... Senza rimpiangere quello che ti sei lasciato dietro, perché, se è rimasto indietro, significa che non voleva accompagnarti nel tuo viaggio. Però ti è servito anche quel pezzo di roccia che non riesci più a vedere, ti ha fatto capire, ti ha dato slancio...
  • Ci vuole pazienza. Prima o poi passa il vento e si va. Si va nel verso giusto, che poi, forse, è proprio quello sbagliato, chissà... Sì, prima o poi passa il vento, arriva un soffio e ti regala un po' di movimento.
  • Io penso che sono meglio i rimpianti, perché su quelli ci puoi lavorare, perché puoi immaginarti il finale che più ti fa comodo, mentre i brutti ricordi il loro finale ce l'hanno già.
  • Perché è istintivo pensare che se corri avanti ti sarà più facile non voltarti indietro. Perché pensi che più vai lontano e più vedrai piccolo e distante quello che ti sei lasciata alle spalle. Ma le regole della prospettiva non sono valide in amore. Puoi andare lontano mille miglia, mesi, anni, ma basterà girarti un attimo, abbassare per un solo secondo le difese e lasciarti vincere dal ricordo, per ritrovarlo lì, bello come sempre, con i suoi occhi appiccicati ai tuoi, con la sua mano che cerca di trattenerti, con il suo pizzetto e la sua barba di qualche giorno che ti irrita la pelle, con la sua bocca che viaggia sul tuo corpo, viaggia, sì, perché l'amore conosce strani mezzi di trasporto.
  • Il brutto dei cuori spezzati è questo: che non ci puoi buttare sopra l'acqua ossigenata e soffiare mentre le bollicine camminano sulla ferita, che puoi solo tenerti i cocci. E non ci stanno operazioni e non ci stanno medicine che li possono rimettere insieme, te lo devi tenere così il tuo cuore, rotto.
  • "Sai, Alice, certi amori, quelli sbagliati, sono come le sigarette: meglio smettere." "E come fai a riconoscerli?""Te ne accorgi quando respiri l'aria pura e te lo senti dentro che è diversa dal fumo, che sa di buono... e capisci che è l'aria pura che vuoi."
  • Se riuscissi a trovare quello che non c'è, bhè allora hai trovato qualcosa di solo tuo. E se qualcun altro vede quello che vedi tu, bhè allora hai trovato qualcuno che ti vive.
  • Se ami soffri pero' almeno ami, se non ami soffri lo stesso e non hai niente in cambio.
  • [ultimo giorno di scuola]E fa un certo effetto vedere quei banchi vuoti, ti fa sentire che hai lasciato il tuo posto a qualcuno che neppure conosci. Qualcuno che leggerà le scritte che tu hai inciso, che si nasconderà in quello stesso angolo del banco dove tu ti nascondevi per sfuggire all'interrogazione, che batterà nervoso il piede a terra con lo stesso ritmo che tu avevi. Qualcuno che ruberà un po' di vita tua.
  • È come un bambino che disegna il mondo e vorrebbe cancellare con la gomma tutto quello che mi fa soffrire, ma non esistono gomme tanto grandi.
  • Sai qual è la verità? Che la gente combatte solo per sé. Eppure le guerre migliori sono quelle che si combattono per gli altri, perché c'è la forza di un ideale, puro, e non di un interesse. Per me non ha combattuto nessuno.
  • Lei ha l'incanto, lo ha nei vestiti, nei capelli, in ogni cellula del suo corpo. E se le stai vicino e riesci a respirare un po' del suo incanto, il mondo si rimpicciolisce, diventa piccolo
  • È brutto quando gli oggetti durano più delle persone.
  • Perché, per un attimo, il mio cuore si voleva voltare e riabbracciare il passato. Il mio cuore, ogni tanto, si ammala: è la malattia dei ricordi. E solo tu puoi aiutarmi a guarire. È una terapia lunga e difficile... si cura vivendo.
  • E ogni volta che devo decidere qualcosa, c'è in me una riunione di condominio: cuore, testa, corpo e anima si vedono e si consultano. Di solito è la testa quella a cui do più ascolto: mi sembra abbia idee migliori.

[Giulia Carcasi, Ma le stelle quante sono, Feltrinelli.]

Io sono di legno modifica

  • Il legno sembra fermo, ma è sottoposto a pressioni interne che lentamente lo spaccano.
    La ceramica si rompe, fa subito mostra dei suoi cocci rotti.
    Il legno no, finché può nasconde, si lascia torturare ma non confessa.
    Io sono di legno.
  • E mentre il cuore degli altri mi batte addosso, mi dimentico del mio, che è scarico di pile.
  • Ce la prendiamo col destino, che ci ha fatto nascere qua e non là, perché con qualcuno ce la dobbiamo prendere. Perché non c'è niente di peggio del pensiero che, partendo da presupposti diversi, le cose sarebbero andate ugualmente.
  • Ho imparato che i bagagli hanno un peso che influenza il passo.
  • La verità è bicolore. Non ci stanno tinte di mezzo, non ci stanno i compromessi del grigio, il carnevale del blu, del rosso e del giallo. L'ho imparato quando ho messo a stendere le parole nere sul foglio bianco e la verità le ha asciugate.
  • Per Luca la maturità non ha patente, non passa attraverso i libri, passa attraverso i sogni e il coraggio di credere aldilà di tutto.
  • Si dice che quando due persone si sono amate per davvero, la morte di una trascina l'altra.
  • Essere pioggia non è facile. Devi concederti solo alle terre che hanno bisogno di te, altrimenti allaghi.
  • Il cielo è carico di elettricità, piove acqua e luce. La città, previdente, si è coperta di ombrelli, sa che non un suo angolo si salverà. La pioggia è imparziale: bagna il palazzo di un duca e i quartieri del popolo. La pioggia bagna il ricco e il povero, il vecchio e il ragazzino, ci rende tutti ridicoli allo stesso modo, la pioggia non fa distinzioni, sono gli esseri umani che le fanno. Piove oggi, piove e non sembra smettere.
  • Ci sono poesie che andrebbero messe in tasca, per tirarle fuori quando servono. Ci sono poesie che andrebbero caricate come pistole, per premere il grilletto e ammazzare il dolore che, se rimane inspiegato, cresce.
  • Il destino non fa cenni: alza la mano e dà la risposta, non suggerisce. Le risposte le hai solo quando lui ha finito, sta andando a letto. Il destino, te ne accorgi che c'è quando guardi indietro, mai quando guardi avanti.
  • Io non sono capace di perdonare, penso che quando cominci a perdonare è difficile smettere, è un vizio che rischia di farti passare per fesso.
  • E in un attimo accorgersi che "forever" è solo una parola, e, come tutte le parole, dura poco: una passata di vernice.
  • Preferisco la teoria alla pratica, mi sembra che in teoria le cose escano meglio.
  • Non credo ai prìncipi e alle belle addormentate, ai vissero per sempre felici e contenti, credo alle persone che si sopportano, a quelli che ogni tanto si dicono "ti odio" e maledicono il giorno in cui si sono incontrati.
  • Scrivere è qualcosa di intimo, più intimo del sesso, quello lo si fa uno incastrato all'altro, si fa senza studiare il corpo che si ha di fronte, dentro. Scrivere è spogliarsi di fronte a qualcuno, lasciarsi spogliare così, nudi e in piedi, pieni di difetti di carne.
  • Ma vedi, nella storia di ogni persona c'è una diga. Da una parte, l'acqua che cresce e scalcia ed è energia. Oltre lo sbarramento, la terraferma. Tu di me sai la terraferma. E allora ti racconto l'acqua che non hai mai visto.
  • Non mi piacciono i nomi lunghi, sono stata educata all'economia delle parole. E non mi piacciono neanche i nomi latini, da portare a spasso come cagnolini di razza. Adoro i nomi da vagabondi, corti come un fischio, per chiamarsi in fretta e scappare dalla polizia; i nomi da pescatori, che sanno di argento azzurro, di polpastrelli seccati dal sale, di navi che inseguono pesci: oro blu che salta e vibra e non si lascia prendere.
  • Noi donne siamo così, c'illudiamo che tutto dipenda da noi, che bastava spostare una virgola per cambiare il destino.
  • Sorrideva poco perché non le riusciva bene, per sorridere bisogna essere allenati.
  • Se non ti aggrappi a qualcuno ti sembra di cascare.
  • Era uno di quei tipi giusti che ti fanno sentire sbagliata.
  • Parlava di illusioni tanto vere che sembrava impossibile non vivere e non morire per loro.
  • Se scelgo storie senza senso, già frantumate in partenza, non c'è rischio di assistere alla fine.
  • Era la pazzia del lupo, che prima aveva verso la preda e poi aveva perso anche le sue tracce. Si comincia cercando quella persona nelle altre persone, si finisce cercandola negli oggetti.
  • Sa che ho paura del mondo e allora vuole smontarlo come un tostapane, capire come funziona e darmi un libretto di istruzioni.
  • La gente quando sta male è vera come non mai.
  • Ci sono quelli che vorrebbero essere uccelli, per vedere cosa c'è al di sopra delle nuvole, per bere ossigeno puro. Io non sono nata uccello, sono nata grillo: ho volato a metà, sono stata un attimo in aria e l'attimo dopo a terra, mezzo salto e mezzo volo. Meglio così, non bisogna fare l'abitudine al cielo.
  • È buono l'odore di salsedine nell'aria, buono il vento che scompiglia i capelli, strattona i giacchetti. C'è solo una cosa che irrita nel profondo: il mare. Il mare è logorroico, non ce la fa proprio a stare zitto.
  • "Io penso che l'amore sia un sacrificio sociale. E tu puoi dirmi che non è vero, ma questo è quello che ho visto. Mi guardo intorno ed è pieno di gente divorziata, di storie d'amore franate e io come faccio a stare con una persona e a credere che non finirò anch'io tra quelle macerie?" "Io penso che un tuo bacio può valere le macerie in cui forse un giorno mi lascerai."
  • Non siamo noi a stabilire le nostre traiettorie, sono i ricordi che tracciano i confini.
  • Il ladro insegnava al poliziotto che non era bene fare la spia.
  • Avrò paura di perderti e per questo ti odierò.
  • Mi manca come il sale nella pasta. Come il ghiaccio nel vino caldo. Mi manca come lo zucchero nel caffè. Ma non glielo dirò e non lo darò a vedere.
  • Voi non lo potete sapere, ma io sarò come quel divano di pelle: custodirò le impronte di chi è passato di qua, di chi mi ha fatto sentire utile nello sforzo, di chi si è poggiato sul mio corpo e lo ha reso felice e stanco.
  • È convinta che anche l'amore sia un movimento di lancette che battono tempi diversi: le storie di due persone si sovrappongono per poco, poi ognuno si riprende la sua storia e la sua strada.
  • Le cadute di cuore non sono cadute di superficie, sono di un'altra razza. Le ferite sulla pelle si rimarginano in fretta, l'epidermide si rinnova di continuo, contiene molte cellule staminali, sono cellule pronte a rimpiazzare quelle morte, sono le seconde schiere di un battaglione. Il guaio è che nel cuore di queste cellule miracolose non ce ne stanno. Ha una sola fila di soldati. E amen.
  • Una finestra che fischia è la voglia che abbiamo di una persona, di vederla scavalcare ed entrarci nella stanza. Le finestre siamo noi a chiuderle male, le lasciamo mezze aperte quando aspettiamo il ritorno di qualcuno.
  • Lo so che si dice "l'ho amato con tutto il cuore", ma io l'ho amato anche con i reni e la milza e lo stomaco, l'ho amato come solo una folle ama.
  • Capita di sentirsi pezzi di ricambio utili per altre macchina e incapaci di una corsa propria.
  • Hai visto in me quello che neanche io ho visto.
  • Potrei pungermi con l'ago, potrebbero spararmi, mentre tu mi baci, potrebbero investirmi, ma da quelle ferite non uscirebbe una goccia. Mentre tu mi baci, io non posso morire, io non posso sentire il dolore di un taglio, qualunque disgrazia accada, mentre tu mi baci, io non posso soffrire. Perché tu mi asciughi il sangue.
  • Io "scordare" è un verbo che non conosco. Scordare è più crudele di dimenticare: chi è dimenticato viene tolto dalla mente, chi è scordato viene tolto dal cuore.

[Giulia Carcasi, Io sono di legno, Feltrinelli.]

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