Giovanni Biagio Amico

architetto e teologo italiano

Giovanni Biagio Amico (1684 – 1754), architetto, teologo e presbitero italiano.

Giovanni Biagio Amico

Architetto prattico modifica

Incipit modifica

Per procedere metodicamente, è necessario premettere per i Giovani alcuni Principii, e Regole prattiche di Geometria, senza la quale non solamente non può farsi progresso veruno nell'Architettura, ma né pure potrassi quella apprendere.

Citazioni modifica

  • L'Architettura, che dal Greco significa Principato, e Magistero dell'Opera, vien definita da Marco Vitruvio cap. i. lib. i. Scienza ornata di molte dottrine, e di diversi ammaestramenti. Dal cui giudizio si approvano tutte l'opere, che dall'altre arti compitamente si fanno. Io la definisco così: Una facoltà, da cui si acquista la retta disposizione, e simetria per tutti gli Edificj; ed in vero niuno Edificio o sia Palagio, o Tempio, o Città, o Fortificazione sarebbe sodo, vago, ed utile, se non fosse ben disposto, e regolato dall'Architettura. (p. 25)
  • L'Ornamento può essere di due sorti, uno chiamato Positivo, che io lo direi Materiale, l'altro detto Arbitrario, che chiamo Formale. Il primo è quello, che proviene all'Edificio dalla nobiltà, e vaghezza della materia, come sarebbe una materia preziosa di marmi, pietre fine, metalli, gemme, ed altri. Il secondo è quello, che proviene all'Edificio da una bella, e retta disposizione delle parti, formando un corpo ben proporzionato, e lontano d'ogni deformità: il rpimo ornamento dipende da chi fa la spesa: il secondo da chi dispone l'opera. (p. 73)
  • Ne' piccioli Disegni, che si fanno in carta, tirando due linee rette, che passino per l'estremità dell'Imo, e Sommo Scapo avrete tutto il Tronco diminuito uniformemente. I Disegni grandi, e reali si fanno in grande nel muro, o nel tavolato, o nel terreno piano; or in questi Disegni grandi bisogna fare la diminuzione del Tronco con altra regola più esatta; perchè vogliono, che il Tronco non debba diminuirsi uniformamente in linea retta, ma con linea curva, anzi molti vogliono, che abbia la sua gonfiatura, come dirò appresso. (p. 178)

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