Gilbert du Motier de La Fayette

generale e politico francese

Marie-Joseph Paul Yves Roch Gilbert du Motier, marchese de La Fayette (1757 – 1834), generale e politico francese con cittadinanza statunitense.

La Fayette

Citazioni di Gilbert du Motier de La Fayette modifica

L'insurrection est le plus saint des devoirs.
  • Non avrei mai sguainato la spada per la causa dell'America se avessi immaginato che lì avrei trovato una terra di schiavitù![2]
  • Quando il governo viola i diritti del popolo, l'insurrezione, per il popolo e per ogni parte del popolo, è il più sacro di tutti i diritti e il più indispensabile di tutti i doveri.[3]
Quand le gouvernement viole les droits du peuple, l'insurrection est, pour le peuple et pour chaque portion du peuple, le plus sacré des droits et le plus indispensable des devoirs.[4]

Citazioni su Gilbert du Motier de La Fayette modifica

  • Eccoci, Lafayette! (John Pershing)
  • Il marchese La Fayette ritorna dall'America | importando la rivoluzione e un cappello nuovo. (Rino Gaetano)
  • Lafayette avea più che delle idee: avea dei principii, dei principii fondamentali ai quali era avvinto con una sradicabile ostinazione. Egli volea la sovranità del popolo in teorìa, in pratica ed in effetto: quella è il tutto.
    Facea poca differenza però tra la tirannìa di tutti e la tirannìa di un solo: anteponeva il fondo alla forma, la giustizia alle leggi, i principii ai governi, il genere umano alle nazioni. Voleva minorità libere, sotto una maggiorità trionfante. (Louis Marie de Lahaye de Cormenin)
  • Lafayette non era oratore, se per orazione s'intende quel parlare enfatico e sonoro che stordisce gli uditori e non lascia che vento nel loro orecchio. Era una certa maniera di conversazione seria e famigliare, grammaticalmente non corretta, se volete, ed un po' soprabbondante, ma taglieggiata d'incisi e rilevata da modi di dire felici. Non figure, non immagini colorate, ma la parola propria, la parola giusta che esprime l'idea giusta: non movimenti passionati, ma un linguaggio commosso dall'accento della convinzione: non logica profonda, stringente, lavorata, ma ragionamenti tutti uniti, che s'incatenavano senza sforzo, gli uni cogli altri e sortivano naturalmente dall'esposizione dei fatti. (Louis Marie de Lahaye de Cormenin)

Note modifica

  1. Dal discorso all'Assemblea Costituente del 20 febbraio 1790, in Mémoires du Gen. La Fayette, ed. 1837, vol. II, p. 382.
  2. Citato in AA.VV., Il libro della black history, traduzione di Roberto Sorgo, Gribaudo, 2022, p. 171. ISBN 9788858041147
  3. Dal discorso all'Assemblea Costituente del 20 febbraio 1790 in Dichiarazione dei diritti dell'uomo e del cittadino del 1793, art. 35.
  4. Da Déclaration des Droits de l’Homme et du Citoyen de 1793, art. 35.

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