Francesco d'Altobianco Alberti
Francesco d'Altobianco Alberti (1401 – 1479), banchiere e poeta italiano.
Incipit di Poesie modifica
Al fuoco! soccorrete, oimè, ch'io ardo! modifica
Al fuoco! soccorrete, oimè, ch'io ardo!
Sempre nocque esser tardo
o differir codardo — a chi è disposto:
quel ch'esser dee sia tosto,
ché dove è il ver nascosto — e mal ridotto
ne va del par lo scotto.
Nulla è che non sia stato e sempre fia modifica
Nulla è che non sia stato e sempre fia,
come per ogni storia si ricorda,
ché nostra voglia concitata e ingorda
ci avolge errando e spesso ci disvia
ch'è colpa delle stelle. Oh qual follia!
Quando io rimembro ov'io lasciai me stesso modifica
Quando io rimembro ov'io lasciai me stesso,
e vorria pur ritrarmi e non so come,
di sì varî intradue son par le some,
ch'io passo il tempo e al fatto non mi apresso.
Io non son più qual prima esser solea modifica
Io non son più qual prima esser solea
e ho perduto ogni piacer ch'io avea,
già son vecchio e tedioso diventato
e hanomi le donne refinato,
sol perché più servir nolle potea.
Già dell'alba era il vago lume apparso modifica
Già dell'alba era il vago lume apparso
alli occhi miei, quand'io gli apersi in quella,
ch'ogni altra fa di sé parer men bella.
In costei onestate e cortesia,
grazia, magnificenza e gentilezza
e quanto in creatura ha di bontate.
Piacer suspetto e allegrezza incerta modifica
Piacer suspetto e allegrezza incerta,
amorosa dolcezza, aspro conforto
mi tengon d'ogni ben legato corto.
Dopo mille rivolte esco e ritorno
cercando sollevarmi, eppur ricaggio;
acresce il dubbio e lo sperar vien manco.
Presso a mia donna e lunge al voler mio modifica
Presso a mia donna e lunge al voler mio,
che paüroso temo
manca la voce e triemo,
quando vo' dir quel ch'altri non sa ch'io.
Misero, lasso, abandonato e solo modifica
Misero, lasso, abandonato e solo
son qui rimaso a pianger sempre mai,
né ralegrar mi posso, ch'a trar guai.
Ahi, crudel morte! ahi, angosciosa vita!
Se madonna è bizzarra, ella sel sa modifica
Se madonna è bizzarra, ella sel sa.
Se l'ha, usa cortesia;
ma pur, se così vuole, e così sia.
Chi dirà ch'io mal faccia, ognun mi scusi,
ch'i' 'l fo per lei seguire
d'accordo a sesta in tutti e suoi processi.
Bibliografia modifica
- Francesco d'Altobianco Alberti, Poesie, in "Lirici toscani del Quattrocento", a cura di Antonio Lanza, Roma, Bulzoni, 1973.
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